Cicloturismo in Trentino, per un turismo sostenibile e solidale
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Tra le possibilità di viaggiare ce ne sono alcune che coniugano la vocazione ambientalista – zero inquinamento e consumo delle risorse del territorio – e quella sociale – rispettare chi quei territori li vive senza che questo vada a discapito della magia e dell’originalità del viaggio. Tutto questo viene indicato con il termine ecoturismo, di cui l’Italia è un vero e proprio paradiso. Il Trentino-Alto Adige, oltre ad essere una delle mete italiane invernali più gettonate per sciare, è anche una delle più famose in quanto a turismo sostenibile ed economia solidale grazie, ad esempio, ai suoi itinerari di cicloturismo.
Tra le tante possibilità vi segnaliamo il Comano Giudicarie Bike, un circuito di 600 chilometri che attraversa le Valli Giudicarie, un percorso dove non serve essere professionisti e si può godere appieno dell’unione tra natura, fiumi e Dolomiti. Un altro modo di fare sport e ammirare paesaggi bellissimi, e – perché no – concedersi un po’ di relax in un hotel convenzionato come il Garni’ Lago Nembia (Loc. Nembia 1, S. Lorenzo in Banale – tel: 0465 730019) che si trova proprio sulle sponde del laghetto omonimo e all’inizio del percorso dell’Oasi del WWF di Nembia; così facendo potrete anche ricevere la Comano Bike Card, con numerosi sconti e convenzioni.
Un altro percorso che richiede quattro-cinque ore di andatura tranquilla al giorno per quattro giorni (255 km in tutto), è quello organizzato da Pedalando Trentino e che porta ad attraversare la Val d’Adige, la Val di Fassa e Fiemme, la Val di Cembra e la Valsugana. La prima tappa di 71 km parte da Trento e raggiunge Cavlese, lungo la pista ciclabile che affianca l’Adige. All’arrivo potete soggiornare al Park Hotel Azalea, un albergo ecologico situato appena fuori dal centro storico che ha come prima attitudine il rispetto dell’ambiente e utilizza prodotti biologici e del commercio equo e solidale. Il secondo giorno si raggiunge Moena da Cavalese, lungo il percorso che in inverno è quello della famosa Marcialonga: attraverserete i paesi di Tesero, Ziano, Predazzo e Moena per poi tornare al punto di partenza. Il terzo giorno lo dedicherete ai 79 km che da Cavalese vi condurranno a Roncegno. E’ la tappa più lunga e impegnativa che attraversa la Valle di Cembra e la zona del porfido, costeggiando il lago di Lases e sbucando in Valsugana. Raggiunta la meta è possibile in puro stile ecofriendly soggiornate al rifugio Serot, all’interno di una struttura in legno e pietra. D’obbligo una visita alla Val di Sella con la biennale di arte contemporanea nella natura, una manifestazione rara in Italia, da non perdere. Il tour si conclude con il ritorno a Trento (45 km) passando per il lago di Caldonazzo. E’ un giro che possono fare tutti, non è pesante fisicamente, richiede giusto un minimo di confidenza con la bicicletta.
Molte altre le iniziative per cicloturisti, come quelle organizzate dalla FIAB, la federazione italiana della bicicletta, di cui fa parte l’Associazione degli amici della bicicletta di Trento, con proposte fino a fine ottobre, tra cui tour artistici, strade del vino, itinerari dedicati ai bambini ed eventi come la castagnata e la partecipazione alla fiera Fà la cosa giusta. O ancora InBike Valsugana nata dall’idea del campione di ciclismo Stefano Casagranda. Sei i punti noleggio dislocati tra Calceranica e Bassano del Grappa. Decidi dove noleggiare e dove restituire la bici a seconda dell’itinerario che vuoi percorrere e che puoi fare in autonomia o appoggiandoti a una delle strutture convenzionate che organizzano itinerari ad hoc. Sul sito sono consigliati tre tour, l’Easy, quello dei Laghi e il percorso Arte Sella.
Altra valle ecoturistica del Trentino è la Val di Gresta, conosciuta anche come la valle degli orti biologici. Numerose le iniziative di cicloturismo per conoscerne sapori, percorsi e storia. Un esempio è la tratta del Giro dell’Orso Bruno (una delle proposte di cicloturismo del gruppo Trentino Arcobaleno), che conduce da Loppio lungo la strada della Valle di Gresta, in salita ma senza grandi difficoltà , al bel paese di Valle San Felice. Si prosegue poi fino a Nomesino per raggiungere la strada in salita, che poi torna giù tra campi coltivati, fino a Pannone. Da qui si punta all’abitato di Ronzo Chienis e si pedala lungo una strada panoramica che porta al Passo Bordala, con deviazione verso la bella Malga Somator. Si torna giù tra prati e boschi fino a Rovereto o Trento.
La bici non è però l’unico modo per vivere la valle secondo i dettami dell’ecoturismo. Da un po’ di anni a questa parte è di moda il trekking con gli asinelli, ideale anche per i bambini. La Fattoria didattica Le Driadi, ad esempio, organizza escursioni e laboratori per scoprire i segreti della valle degli orti biologici.
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