Comuni rinnovabili in aumento: i dati Legambiente

Nel nostro Paese sono più di 700mila gli impianti rinnovabili presenti in tutti i Comuni, e che generano il 32,9% dell’energia consumata in tutto lo Stivale. Aumenta la diffusione delle buone pratiche e, secondo Legambiente, nel 2020 potranno esserci 250mila occupati nel settore dell’economia verde, ed altri 600mila nel settore dell’efficienza e riqualificazione energetica. I dati emergono dal rapporto Comuni Rinnovabili, realizzato da Legambiente con la partecipazione del GSE.

Stando agli ultimi dati del rapporto “Comuni Rinnovabili” redatto da Legambiente e il GSEOggi le rinnovabili sono presenti in tutti gli 8.054 comuni italiani. Nel 2013, infatti, è aumentata la diffusione per tutte le fonti – dal solare fotovoltaico a quello termico, dall’idroelettrico alla geotermia, agli impianti a biomasse e biogas integrati con reti di teleriscaldamento e pompe di calore – e sono ormai più di 700mila gli impianti diffusi nel 100% dei comuni d’Italia: un articolato sistema di generazione distribuita che lo scorso anno ha prodotto la cifra record di 104 TWh e garantito il 32,9 % dei consumi elettrici del Paese e il 15% di quelli com­plessivi”.

Nel 2006, i Comuni che avevano almeno un impianto rinnovabile erano 356, ma nel 2013 sono passati a 7.937. Nello specifico, secondo il rapporto Legambiente, sono oggi 2.629 i Comuni italiani autonomi in materia di consumo energetico e 79 rispetto a quelli termici delle famiglie, tramite la generazione di elettricità proveniente da fonti pulite.

I Comuni rinnovabili nel dettaglio

I Comuni completamente rinnovabili sono 29, un esempio di innovazione energetica e ambientale. I Comuni del solare sono 8.054, in aumento rispetto ai 7.937 dell’anno scorso, mentre sono 628 Comuni dell’eolico. Cresce anche la potenza installata (8.650 MW), con 450 MW in più rispetto al 2012.

Gli impianti da fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 14,8 TWh nel 2013, che si traduce nel fabbisogno elettrico di oltre 5,5 milioni di famiglie italiane.

Legambiente continua affermando che sono 1.123 i Comuni del mini idroelettrico, che vantano una potenza totale installata di 1.323 MW in grado di generare su base annua oltre 5,2 TWh. I Comuni della geotermia sono 372, e durante l’anno scorso hanno prodotto circa 5,3 TWh e soddisfatto le necessità in materia di energia elettrica di oltre 1,9 milioni di famiglie. Infine, l’associazione ambientalista menziona anche i Comuni delle bioenergie che sono 1.529, con una produzione totale di 12 TWh durante l’anno scorso.

Le conclusioni Legambiente

I risultati raggiunti dalle rinnovabili nel nostro Paese in termini di produzione e distribuzione nel territorio erano semplicemente inimmaginabili solo 10 anni fa – ha spiegato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – e dimostrano come gli impianti sono affidabili e competitivi. Ora però non dobbiamo fermarci, perché la crisi economica e i problemi energetici italiani – costi crescenti in bolletta, dipendenza dall’estero e quindi insicurezza, emissioni inquinanti e di gas serra – possono trovare risposta proprio attraverso un modello di generazione distribuito, efficiente e da fonti rinnovabili”.

 “A Governo e Autorità per l’energia di aprire la strada all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili”, afferma il vice presidente Legambiente.

“Oggi è infatti possibile ridurre significativamente la spesa energetica di famiglie e imprese – continua Zanchini – , attraverso impianti da fonti rinnovabili e efficienti che utilizzano in modo innovativo le reti elettriche e di teleriscaldamento. Nei Comuni rinnovabili che raccontiamo nel Rapporto, da Primiero a Prato allo Stelvio, sono cooperative e aziende locali a gestire le reti energetiche e gli impianti, vendendo l’energia agli utenti, con risultati significativi nelle bollette. E’ questa direzione di cambiamento che occorre rendere possibile in tutta Italia”.

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