In tempo di crisi sembra che un aiuto ad un settore fortemente colpito dalle ripercussioni della crisi economica, come l’edilizia, possa tornare in auge grazie all’architettura sostenibile o biodilizia.
La bioedilizia è infatti un tipo di architettura che cerca di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente delle costruzioni considerandone tutte le fasi del ciclo di vita dal reperimento del materiali, all’uso (la bioedilizia infatti si propone di costruire edifici a basso consumo energetico), fino alla demolizione dell’immobile, impiegando dunque materiali riciclabili, non inquinanti e facilmente smaltibili. Per avere maggiori informazioni sull’architettura sostenibile e e sui materiali ecologici in essa impiegati potete consultare questo interessante articolo che tratta approfonditamente l’argomento.
I governi da tempo stanziano numerosi fondi per incentivare ed agevolare questo tipo di edilizia, che con i numerosi progetti fornisce un’importante bacino occupazionale. Inoltre il recupero di materiali riciclabili e naturali rende possibile importanti risparmi in fase di costruzione e di utilizzo degli edifici. Ma l’ultima notizia in fattore di bioedilizia arriva proprio dal mare e dalle profondità marine, più precisamente dalla Posidonia.
Questa è una pianta molto importante per gli equilibri degli ecosistemi marini in quanto svolge un’azione di protezione delle coste dall’erosione. In Sardegna si è ben pensato di usare questa preziosa Pianta nel campo dell’architettura sostenibile. L’idea è queslla di usare i cumuli di Posidonia che si depositano sulla spiaggia per creare una fibra la “lana di mare“, già brevettata da Edimare, azienda leder in Europa nel settore dell’architettura sostenibile, per la costruzione di tetti termici. Infatti la lana ottenuta dalla Posidonia se unita alla lana di pecora sarebbe in grado di svolgere una funzione isolante per i tetti maggiore di ben il 30% dei materiali solitamente utilizzata, inoltre questo tipo di materiale conserverebbe la capacità della Posidonia di assorbire CO2.
Inoltre se la Posidonia è sicuramente una pianta importantissima per i fondali marini, tuttavia una sua presenza eccessiva nelle spiagge dove l’uomo è presente o in quelle artificiali potrebbe essere dannosa, in quanto non essendo smaltita dalle onde si decompone creando in alcuni casi vere e proprie criticità ambientali. I comuni, poi, spesso non hanno budget sufficienti da destinare al problema della rimozione della Posidonia in eccesso nelle spiagge, ma in questo modo si troverebbe il metodo per pulire le spiagge ed i fondali dal surplus di quest’alga e di riutilizzarla in una maniera nella bioedilizia senza dover intaccare le spiagge naturali.
L’azienda Edimare infatti si fa già carico del recupero della Posidonia in diversi comuni Sardi, come ad Alghero, dove ‘accumulo di questa pianta aveva generato diversi problemi ambientali e igienico-sanitari che richiedevano costi di smaltimento di 1.000.000 di euro.Â