Nel territorio dell’Unione Europea gli edifici contribuiscono al 42% dei consumi energetici, al 35% di emissioni di gas serra, l’edilizia consuma il 50% dei materiali estratti nell’Unione ed il 30% dell’acqua, mentre costruzioni, demolizioni e ristrutturazioni generano il 30% dei rifiuti prodotti.
Forse è per questa sfilza di numeri che l’Unione Europea è alla ricerca di Idee da applicare nel prossimo futuro. La Commissione Europea ha lanciato una consultazione online alla quale possono rispondere tutti i cittadini, le imprese, ONG e le autorità dell’UE per trovare soluzioni e proposte per migliorare e incrementare i vantaggi dell’edilizia sostenibile.
Ridurre l’impatto degli edifici è una priorità visto che i numeri parlano chiaro: non ci si può concentrare su un solo aspetto del problema, come ad esempio il riscaldamento, dimenticando l’impatto che ha la costruzione o ristrutturazione di un edificio, o il consumo degli elettrodomestici e degli apparati elettronici, ma affrontare la questione della sostenibilità, energetica ed ambientale, degli edifici a 360 gradi.
La consultazione avviata dall’Unione Europea è raggiungibile a questo link http://ec.europa.eu/environment/consultations/buildings_en.htm che a sua volta contiene tre link diversi, a seconda che a rispondere sia un cittadino, una Organizzazione o una autorità pubblica. Si tratta di un questionario che deve essere compilato in 90 minuti (altrimenti la sessione chiude) con previa identificazione di chi lo compila.
I questionari saranno poi pubblicati alla fine della consultazione, che terminerà il 1 ottobre 2013.
Negli ultimi anni moltissime sono state le soluzioni messe in campo per ridurre l’impatto dell’edilizia sull’ambiente da ogni punto di vista. Moderne tecniche costruttive, l’uso di materiali sostenibili, spesso recuperando e reinterpretando antiche tradizioni, hanno portato a riconsiderare l’uso del legno o addirittura della paglia, materiale facile da produrre e reperire e che può essere pressata per essere usata in blocchi da usare nella costruzione di edifici solidi, anti-sismici, perfettamente isolati e resistenti anche al fuoco.
Ovviamente non sono solo i materiali che fanno la rivoluzione sostenibile dell’edilizia: anche la scelta dei luoghi è importante. Zone impervie che richiedono grandi sforzi per trasportare materiali, o che necessitano di livellamenti e grandi trasformazioni del Paesaggio sono da scartare, vanno preferite zone più agevoli e in moltissimi casi, semplicemente scegliere zone già edificate: in effetti l’Unione Europea è ricca di paesini disabitati, aree industriali dismesse ed ogni genere di vecchi edifici. Riqualificare le zone già edificate e riadattarle all’uso in chiave moderna permette di risparmiare risorse energetiche, materiali, ridurre tempi e impatto sull’ambiente.
Menzione a parte poi meritano le energie rinnovabili: tra quelle già sfruttate ampiamente sia a livello privato che commerciale, c’è una vasta scelta. Energia solare, geotermica, eolica, biomasse, possono fare la differenza per un mondo migliore ed il loro uso non deve limitarsi solo al funzionamento degli edifici, ma bisogna incentivare le fonti di energia verde da usare a monte, nei processi di estrazione e produzione di materiali, attrezzature e macchinari e nella costruzione degli immobili.
Allo studio poi vi sono fonti energetiche avveniristiche, come il piezoelettrico, declinabile in molti modi (ricavando energia dalla pioggia, dal traffico cittadino o dal vento e dall’acqua in modo molto meno invasivo dei tradizionali eolico e idroelettrico). Addirittura c’è chi progetta edifici letteralmente verdi, coperti di muschio o piante rampicanti e capaci di trasformare l’energia chimica prodotta dai vegetali con la fotosintesi in energia elettrica.
Se rispondete alle molte domande proposte nel questionario della UE e che riguarderanno proprio questi temi, ricordatevi che il futuro è già qui, e che molte sono le idee che si possono applicare se si dimenticano interessi corporativi e una certa pigrizia mentale che a volte ci scoraggia quando immaginiamo un mondo migliore.