Sintomi e Disturbi

Prostata: cos’è, funzione, cause e problemi

La prostata è una ghiandola fondamentale dell’apparato uro-genitale maschile. Ha le dimensioni di una castagna e si trova tra la vescica, posta sopra di essa, ed il pene che la segue. Nella parte retrostante c’è invece l’intestino retto ed al suo interno viene inglobata una parte dell’uretra.

Questa ghiandola svolge un ruolo prioritario per la funzione riproduttiva dell’uomo e si suddivide in 4 lobi: anteriore, mediano, laterale destro e laterale sinistro. É composta da due tessuti: fibromuscolare e ghiandolare esocrino.

Il tessuto fibromuscolare consente alla ghiandola di contrarsi ed espellere i fluidi, favorendo così la minzione. Il tessuto ghiandolare esocrino invece è deputato alla produzione dello sperma.

Come funziona la prostata?

La prostata assolve a 3 funzioni principali: escretoria, eiaculatoria ed urinaria.

Questa ghiandola produce una grande quantità del liquido spermatico, costituito principalmente da zuccheri semplici, composti alcalini o basici ed enzimi. Lo sperma contiene un’alta quantità di zuccheri, che nutrono gli spermatozoi destinati a fecondare l’ovulo femminile. I composti alcalini hanno invece una funzione protettiva, poiché bloccano le secrezioni vaginali acide che potrebbero danneggiare gli spermatozoi.

La prostata comprende i dotti eiaculatori, che consentono di proiettare lo sperma nel canale uretrale e poi verso l’esterno. In questa fase il tessuto muscolare liscio della ghiandola si contrae, permettendo al liquido di essere spinto nell’uretra.

La prostata agisce in sinergia con la vescica, garantendo una buona minzione. L’urina viene raccolta nella vescica, per poi riversarsi nel canale uretrale e poi verso l’esterno. Questo procedimento inizia a mostrare criticità con l’avanzare dell’età, quando la prostata tende ad ingrossarsi, provocando un restringimento dell’uretra e quindi maggiori difficoltà nella minzione.

Quali sono le principali patologie?

Sono diverse le patologie che possono colpire la prostata, anche se vanno considerate singolarmente in base alla gravità ed ai sintomi.

Una delle patologie più comuni è l’iperplasia prostatica benigna, una condizione che si presenta sotto forma di ingrossamento della prostata principalmente negli uomini over 60. I sintomi principali sono dolore durante la minzione e necessità di urinare frequentemente anche nel giro di poco tempo. Tale condizione si verifica con frequenza di notte e si chiama nicturia. Si può curare questa patologia con i farmaci alfa-bloccanti, che rilassano la muscolatura della prostata, oppure con gli inibitori dell’alfa-reduttasi che riducono i livelli di testosterone. Nei casi più estremi è necessario ricorrere alla chirurgia.

Altra malattia piuttosto frequente è la prostatite, cioè l’infiammazione della prostata che può avere varie cause. La più ricorrente è l’infiammazione da batteri ed in questi casi è opportuno ricorrere agli antibiotici. Tra le cause piuttosto comuni ci sono danni ai nervi del tratto urinario o traumi nella zona pelvica. Si presenta spesso negli uomini over 50, ha un alto rischio di recidive ed i sintomi principali sono: necessità di minzionare spesso anche di notte, sensazione di non aver svuotato del tutto la vescica, dolore o bruciore durante la minzione, urine maleodoranti, torbide ed in alcuni casi con tracce di sangue, dolore durante l’eiaculazione ed al basso ventre.

Una delle patologie più gravi è il cancro alla prostata, detto anche carcinoma prostatico, che preoccupa anche per l’alta incidenza. Il tumore è piuttosto subdolo, poiché nelle prime fasi si presenta in modo asintomatico. Per questo motivo ricopre un ruolo cruciale la prevenzione, che può individuare per tempo un carcinoma prostatico consentendo di agire di conseguenza. I sintomi più frequenti sono: necessità di urinare spesso soprattutto di notte, problemi di incontinenza, dolore e bruciore durante la minzione, getto di urina debole o intermittente, disfunzione erettile, dolore al basso ventre o alla zona lombare della schiena, sangue o liquido seminale nelle urine.

Per risolvere il problema alla radice si ricorre alla chirurgia che prevede la prostatectomia, cioè l’asportazione totale o parziale della prostata. Esistono altre cure alternative, come la radioterapia, la chemioterapia, la crioterapia o la brachiterapia. In altri casi come strategia si usa la cosiddetta “vigile attesa”, che consiste semplicemente in un monitoraggio continuo della neoplasia senza intervenire fino a quando non sia strettamente necessario.

Prevenzione, quali sono gli esami da fare?

La prevenzione è il primo passo per identificare eventuali problemi alla prostata, soprattutto dopo aver superato i 50 anni.

Tra gli esami a cui sottoporsi c’è il PSA, cioè un esame del sangue finalizzato a misurare i livelli di una proteina prodotta dalla prostata. I valori compresi tra 0,0 e 4.0 ng/ml (nanogrammi per millilitro di sangue) sono nella norma. Se invece sono superiori deve scattare un campanello d’allarme, poiché tale condizione può sottendere un tumore, una prostatite o un’iperplasia prostatica benigna.

Il test del PSA libero analizza determinati composti del sangue, che devono rientrare entro una scala di valori per essere considerati a norma. Il PSA libero/PSA totale deve presentare valori maggiori dello 0,20%. In caso di valori inferiori potrebbe essere in atto un cancro, mentre valori molto maggiori potrebbero indicare un’iperplasia prostatica benigna.

L’ecografia prostatica transrettale si esegue con una sonda inserita nel retto, capace di “tradurre” in immagini la conformazione della prostata per individuare eventuali anomalie. A questo esame spesso si associa la biopsia della prostata, cioè l’asportazione di una piccola parte di tessuto per esaminarlo.

L’esplorazione digito-rettale è un esame piuttosto comune, eseguito dal medico o dall’urologo manualmente con un dito nel retto per verificare le condizioni della prostata.

Quali sono i principali fattori di rischio?

Alcuni soggetti sono più predisposti alle patologie prostatiche rispetto ad altri  in base ai fattori di rischio.

Uno dei primi da analizzare è la familiarità, cioè la presenza di patologie a livello di prostata in famiglia. Chi ha un padre o un fratello che soffre di tumore alla prostata, ha maggiori probabilità di ammalarsi. Alcune mutazioni genetiche predispongono alla contrazione del cancro. Bisogna quindi fare attenzione se in famiglia ci sono donne che si sono ammalate di cancro al seno o alle ovaie, una condizione che deve far aumentare ulteriormente la soglia dell’attenzione.

Gli studi hanno evidenziato che gli uomini obesi o in forte sovrappeso hanno più probabilità di contrarre patologie di natura prostatica. É quindi fortemente consigliabile seguire una dieta equilibrata a base di frutta, verdura, grassi sani, proteine e cereali integrali, riducendo il consumo di alcol e fumo e praticando una sana attività sportiva.

Infine un altro fattore di rischio è l’età, quindi soprattutto gli over 50 dovrebbero sottoporsi più frequentemente ad esami preventivi.

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