Gli antibiotici, ottimi alleati per la nostra salute, aiutano il corpo ad affrontare pericolose battaglie contro le tanto temute infezioni. Questa guida vuole condurvi alla scoperta del loro complesso e affascinante universo: nella prima parte, dopo aver definito e classificato i farmaci tradizionalmente impiegati, vengono trattati aspetti quali modalità d’uso, durata delle terapie, controindicazioni, effetti collaterali e regime alimentare da seguire per controllare i possibili disturbi indesiderati. Nella parte finale vengono, invece, presentati i cosiddetti antibiotici naturali che, laddove possibile, possono rappresentare una valida terapia alternativa.
Indice rapido
Un tuffo nel passato: la storia degli antibiotici
Il termine antibiotico, di derivazione greca, significa letteralmente ‘contro la vita’: la sostanza, prodotta da un microrganismo, viene infatti impiegata per ucciderne altri. La storia degli antibiotici affonda le proprie radici in un lontano passato e le principali tappe comprendono:
- l’uso di farmaci naturali ottenuti a partire da muffe e piante in Egitto, Grecia e Cina;
- la definizione del potere chemiotattico e battericida di alcune muffe (1895, Vincenzo Tiberio);
- la scoperta casuale della penicillina (1928, Alexander Fleming);
- la definizione degli antibiotici in forma pura con l’assegnazione del premio Nobel (25 ottobre 1945 Fleming, Ernst Chain e Howard Florey).
Gli anni successivi sono densi, fino ai giorni nostri, di scoperte vitali; tra queste si ricordano:
- streptomicina (1944);
- aureomicina (1948);
- neomicina (1949);
- tetramicina (1950);
- gentamicina (1964).
Classificazione degli antibiotici
Gli antibiotici possono essere classificati in modi diversi, in base a:
- la famiglia di appartenenza: ognuna di esse riunisce molecole affini;
- il tipo d’azione: si distinguono farmaci con proprietà batteriostatica (inibiscono la crescita dei batteri e favoriscono la loro eliminazione) e battericida (provocano la morte dei microrganismi);
- lo spettro d’azione: ampio (molecola attiva verso Gram positivi e negativi), medio (molecola attiva verso Gram positivi e alcune specie di Gram negativi) e ristretto (molecola attiva verso Gram positivi o Gram negativi);
- il meccanismo d’azione: inibizione sintesi parete cellulare batterica, alterazione membrana citoplasmatica batterica, inibizione replica e trascrizione acidi nucleici, intervento in sintesi proteica e metabolismo energetico;
- la tipologia d’origine: estrattiva (da batteri e miceti), semisintetica (struttura di base con catene di sintesi) e sintesi chimica;
- la carica elettrica: farmaci acidi, basici e neutri.
Quando si devono assumere gli antibiotici?
Gli antibiotici devono essere assunti con attenzione;ci sono, difatti, innumerevoli segnalazioni di resistenza antibiotica. Il farmaco, secondo quanto stabilito dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), deve essere preso esclusivamente sotto prescrizione medica e il paziente deve attenersi scrupolosamente alla cura nei tempi e nei modi.
Il trattamento si rende necessario quando:
- sopraggiungono infezioni di origine batterica;
- il soggetto deve sottoporsi a un intervento chirurgico (scopo precauzionale): la terapia viene prescritta dal proprio medico o dal chirurgo al fine di evitare possibili complicanze post operatorie.
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Durata della terapia antibiotica
La terapia antibiotica si propone di debellare in modo definitivo l’infezione ed è, quindi, essenziale portare a termine il trattamento. La sua durata ottimale, nella maggior parte dei casi, non può essere stabilita a priori; vi sono infatti diversi fattori da tenere in considerazione e tra questi sono degni di nota la tipologia d’infezione da trattare, le pregresse condizioni cliniche del paziente e la risposta del suo organismo.
Alcune terapie durano pochi giorni, mentre altre possono proseguire per diverse settimane. Molti pazienti tendono inoltre a interrompere il trattamento prima del dovuto; questo comportamento, spesso correlato alla sensazione di ritrovato benessere, è assai pericoloso. I batteri sopravvissuti possono, difatti, continuare a moltiplicarsi: l’infezione ricompare, il soggetto accusa nuovamente la relativa sintomatologia e sviluppa la cosiddetta farmacoresistenza.
La farmacoresistenza
Questa condizione si verifica quando i batteri, presenti nell’organismo del paziente, diventano resistenti all’antibiotico. Il farmaco diviene quindi impotente e non riesce a debellare l’agente patogeno o inibirne la crescita. Si definiscono, generalmente, due diversi tipi di resistenza:
- intrinseca: risiede nel microrganismo ancora prima di dare inizio al trattamento;
- acquisita o indotta: si sviluppa all’interno del batterio dopo l’assunzione del farmaco.
La resistenza indotta è, nella maggior parte dei casi, frutto di errati comportamenti da parte del soggetto e/o del medico, come l’impiego del farmaco quando non strettamente necessario, o una prescrizione scorretta, quando la molecola utilizzata non è indicata per l’infezione in corso. Anche un’errata modalità d’uso è causa di farmacoresistenza, quando il soggetto non segue la terapia prescritta e assume dosaggi diversi da quelli indicati o interrompe il trattamento ante tempo.
Quando non si devono assumere antibiotici?
L’assunzione di antibiotici è del tutto inutile in caso di patologie sostenute da virus, miceti e protozoi.
L’eventuale trattamento non può, quindi, dirsi risolutivo in caso di tradizionali malanni di stagione quali raffreddore e influenza: il farmaco non abbassa difatti la temperatura corporea e non riduce la sintomatologia correlata. L’uso dell’antibiotico è perciò necessario, solo ed esclusivamente, in caso di insorgenza di complicanze di origine batterica. Le donne in stato interessante devono, invece, prestare particolare attenzione ad antibiotici ad azione non selettiva, mentre per i soggetti cardiopatici (sindrome Q-T) non è indicata l’assunzione di fluorochinoloni in virtù dei possibili effetti cardiotossici.
Le controindicazioni degli antibiotici
Ciascun tipo di antibiotico può presentare controindicazioni diverse; i principali fattori da considerarsi prima di intraprendere la terapia comprendono:
- ipersensibilità del soggetto al principio attivo del farmaco;
- trattamenti farmacologici in corso ed eventuali pericolose interazioni: si segnalano associazioni rischiose tra ceftriaxone e lansoprazolo, vancomicina e meperidina;
- gestazione: evitare, se possibile, l’assunzione di antibiotici durante il primo trimestre;
- età del paziente e condizioni cliniche: i soggetti anziani si sottopongono, generalmente, a diverse terapie (trattamenti antipertensivi, anticoagulanti) e assumono farmaci per il controllo di diabete, funzionalità renale e molto altro. La terapia antibiotica deve, quindi, essere oggetto di attenta valutazione da parte dello specialista.
Effetti collaterali degli antibiotici
Gli antibiotici, usati per sconfiggere affezioni dovute a batteri patogeni, possono dare origine a diversi effetti collaterali. I più comuni comprendono reazioni allergiche, disturbi all’apparato gastrointestinale, candidosi, fotosensibilità e acufeni.
- Reazioni allergiche: il sistema immunitario non riconosce una o più componenti del farmaco. Il corpo libera l’istamina e si manifestano reazioni allergiche quali la comparsa di chiazze sulla cute, prurito e in taluni casi difficoltà respiratorie.
- Disturbi gastrointestinali: l’antibiotico elimina i batteri cattivi e attacca quelli buoni situati nell’intestino. Il soggetto accusa disturbi quali la dissenteria.
- Candidosi: la terapia antibiotica indebolisce la flora batterica con possibile sviluppo di candida.
- Fotosensibilità : il principio attivo, contenuto nel farmaco, arriva fino alla cellule dell’epidermide. L’esposizione ai raggi UV, durante il trattamento, può favorire la comparsa di macchie sulla pelle.
- Acufeni: alcuni antibiotici danno origine a effetti ototossici con conseguente sviluppo di disturbi all’udito (fischi e ronzii).
Si segnalano, altre sì, alterazioni della frequenza cardiaca, disturbi muscolari e bocca secca.
Alimentazione e antibiotici
Gli antibiotici irritano frequentemente stomaco, intestino e relativa mucosa; è quindi fondamentale seguire, in corso di trattamento, una dieta mirata. Forniscono un valido aiuto alimenti quali:
- le banane: prevengono l’acidità di stomaco, hanno un forte potere astringente e sono ricche di sostanze benefiche quali potassio, vitamine e sali;
- lo yogurt magro: favorisce il ripristino della normale flora batterica intestinale;
- il riso: fornisce energia al corpo, è facilmente digeribile e astringente; attenzione va prestata alla variante integrale che può aggravare, in virtù del maggiore contenuto in fibre, disturbi quali la dissenteria;
- le patate, le carote e i finocchi: sono ricchi di vitamine, acido folico e potassio; la cottura al vapore è perfetta perché non altera le proprietà nutritive.
Gli antibiotici di origine naturale
Gli antibiotici naturali rappresentano, in molti casi, una valida alternativa alle terapie tradizionali. Tra questi, i principali sono:
- Aglio: elimina, grazie all’allicina, batteri, virus e funghi. Si consiglia l’ingestione di spicchi (in alternativa preparare decotti con acqua o latte) o l’uso di sciroppo/tintura madre.
- Propoli: può essere utilizzata sotto forma di spray (infezioni vie respiratorie, cavo orale), tintura madre e compresse.
- Echinacea: la radice rafforza il sistema immunitario e previene l’insorgenza di infezioni (vie respiratorie e urinarie). Viene impiegata sotto forma di decotto, capsule e tintura madre.
- Aloe vera: contrasta, grazie al contenuto in cinnamino e crisofanico, infezioni di natura diversa.
- Olio di origano: estirpa 25 specie di batteri, ma non attacca quelli buoni. Ottimo per trattare le affezioni delle vie respiratorie.
- Tea tree oil: combatte le infezioni sostenute da batteri, miceti e virus. È l’ideale in caso di acne e infezioni sostenute da funghi.
- Argento colloidale: non dà origine a fenomeni di resistenza antibiotica; può essere assunto sotto forma di capsule e spray. Perfetto per trattare infezioni di pelle, cavo orale e occhi.
- Miele e curcuma: entrambi vantano proprietà antibiotiche e la loro associazione, meglio nota come miele d’oro, dà vita a un farmaco naturale ancora più potente e dalle mille virtù. Il composto può essere impiegato a scopo precauzionale o nel momento in cui compaiono sintomi come tosse e raffreddore. Devono prestare attenzione i soggetti affetti da diabete.
- Zenzero: questa radice vanta proprietà antinfiammatorie, antibiotiche, antiossidanti e digestive. La sua assunzione risulta essere molto utile per debellare il tanto temuto helicobacter pilori; può essere preso sotto forma di tintura madre (da aggiungere a un bicchiere d’acqua) o può essere utilizzato per preparare, con l’aggiunta del rosmarino, ottime tisane.
- Cannella: la spezia racchiude al suo interno innumerevoli proprietà benefiche. Placa i dolori correlati al ciclo mestruale, agisce come antibatterico naturale, regola la glicemia (livello degli zuccheri nel sangue) ed è un ottimo rimedio contro i tipici malanni di stagione. Si consiglia di assumerla sotto forma di tisana con l’aggiunta di un cucchiaino di miele.
- Tè verde: tale bevanda può essere considerata un vero e proprio elisir di salute e benessere. È ricca di antiossidanti, agisce come antibatterico naturale (la sua efficacia è particolarmente elevata nel cavo orale dove si sviluppa lo Streptococcus mutans), risveglia il metabolismo e protegge la pelle.
Conclusioni
Gli antibiotici, alla luce di quanto detto, possono essere considerati un vero e proprio patrimonio per la salute della popolazione mondiale. Il loro impiego non deve, però, essere sottovalutato: assunzioni scorrette indeboliscono il sistema immunitario e sono responsabili dello sviluppo della cosiddetta farmacoresistenza.
I prodotti di origine naturale sono quindi, laddove possibile, una valida alternativa al trattamento tradizionale perché rafforzano le difese del corpo umano e sono estremamente efficaci contro batteri, virus e funghi.