Attraverso la sideremia si analizza la concentrazione del ferro di trasporto nel sangue. Questo esame è importante per determinare dunque la presenza di eventuali carenze e patologie legate ad un’eccessiva concentrazione oppure ad un livello eccessivamente basso di ferro, un elemento essenziale per il benessere del proprio organismo. I risultati che emergono dall’esame della sideremia possono variare in base al sesso, in base all’età, al momento della giornata in cui ci si sottopone ad esso, in base al fatto se al momento del prelievo si avessero o meno le mestruazioni, o in base ad alcuni fattori alimentari (eccessiva assunzione di the, farmaci specifici o integratori a base di ferro).
Ma quali saranno i valori di riferimento di questo particolare esame? E cosa vorrà dire se la sideremia risulta eccessivamente alta oppure eccessivamente bassa? Scopriamolo insieme.
Innanzitutto, ecco un semplice schema per determinare i valori di riferimento della sideremia.
- Uomini: da 65 a 176 mcg/dL
- Donne: da 50 a 170 mcg/dL
- Bambini: da 50 a 120 mcg/dL
- Neonati: da 100 a 250 mcg/dL
Detto ciò, la sideremia eccessivamente alta potrebbe essere dovuta ad una eccessiva somministrazione di ferro, ad una non adeguata utilizzazione del ferro a livello del midollo, a un’epatite virale oppure a casi di emocromatosi ed emosiderosi (ovvero l’aumentato assorbimento del ferro alimentare che comporta un graduale accumulo di ferro nel proprio organismo).
Al contrario, quando il valore della sideremia risulta essere eccessivamente basso rispetto ai valori di riferimento, la causa potrebbe essere ricercata in una alimentazione carente di ferro, a un assorbimento del ferro a livello intestinale, a un aumentato utilizzo del ferro, alle mestruazioni o alla gravidanza, o infine a serie perdite patologiche di ferro (emorragie gastrointestinali o genitourinarie).
In ogni caso, il consiglio che vi do è naturalmente quello di rivolgervi al medico curante, che saprà identificare la reale causa di eventuali alterazioni dei valori della sideremia.
Indice rapido
Sideremia Alta: cosa mangiare?
Ecco l’alimentazione corretta in caso di sideremia alta
La sideremia indica della concentrazione del ferro “di trasporto” nel sangue: questo minerale non è libero nella circolazione sanguigna e per essere trasportato ha bisogno di legarsi alla proteina vettrice chiamata transferrina. Con questo esame è possibile verificare se il valore del ferro è alto o basso e come intervenire non solo tramite farmaci, ma anche scegliendo l’alimentazione giusta per la sideremia alta.
Solitamente il riferimento per una sideremia normale oscilla tra i 65 a 176 mcg/dL per gli uomini e tra i 50 a 170 mcg/dL per le donne; per i bambini va da 50 a 120 mcg/dL e per i neonati da 100 a 250 mcg/dL.
Se per colpa di varie problematiche come un’eccessiva introduzione di ferro mediante trasfusioni ripetute, un’insufficiente utilizzazione di ferro a livello midollare o una necrosi cellulare degli organi di deposito del ferro (è il caso delle epatiti), la sideremia dovesse alzarsi è opportuno intervenire con farmaci specifici, oltre che modificare la propria alimentazione per riportare il ferro a valori accettabili.
Una dieta efficace per abbassare il valore del ferro contempla:
- fibre in abbondanza (limitano l’assorbimento del ferro)
- cereali integrali
- frutta e verdura, fonti di fibra solubile
Da evitare assolutamente il consumo di carni rosse, pesci e crostacei e limitare quello dei legumi per qualche periodo, senza scadere in una dieta rigida che potrebbe peggiorare la situazione del ferro: spesso infatti una sideremia alta è legata anche a una situazione di malnutrizione, che si associa alle malattie epatiche responsabili del valore del ferro, e a deficit vari di vitamine e minerali essenziali per il corretto funzionamento degli organi del corpo umano.
Sideremia Bassa: cosa mangiare?
Ecco l’alimentazione corretta in caso di sideremia bassa
Quando si fanno le analisi del sangue valori di sideremia bassa indicano scarse concentrazioni di ferro. In una condizione come questa non basta mangiare pietanze ricche di questo elemento e l’alimentazione deve includere anche cibi che aumentano il suo assorbimento. Il consumo di sostanze che ostacolano l’assorbimento del ferro deve, invece, essere limitato.
Vediamo nel dettaglio quali sono le migliori fonti alimentari di questo elemento e quali cibi ne aumentano o ne ostacolano l’assorbimento da parte dell’organismo.
Gli alimenti ricchi di ferro
Quando si pensa ai cibi ricchi di ferro il pensiero corre inevitabilmente agli spinaci. In realtà non si tratta né della migliore fonte di questo minerale, né dell’unico alimento proveniente dal mondo vegetale che ne contiene buone quantità. Fonti migliori sono i fagioli secchi e la frutta secca (prugne, uvetta e albicocche). Inoltre il ferro è presente nei legumi (fagioli di Spagna, soia, piselli secchi e fagioli rossi), nelle mandorle e nelle noci brasiliane, in broccoli, cavolo riccio e cavolo nero, asparagi, cicoria selvatica e in cereali integrali come il grano, il miglio, l’avena e il riso.
Tuttavia per l’organismo è più difficile assorbire questo elemento a partire dagli alimenti di origine vegetale che da altri cibi. Altre fonti di ferro sono incluse le uova (soprattutto il tuorlo), il fegato, la carne rossa magra (soprattutto bovina), le ostriche, il pollame, il salmone e il tonno. Buone quantità di questo minerale sono inoltre presenti nell’agnello, nel maiale e nei frutti di mare.
Come aumentare l’assorbimento con l’alimentazione
Una buona strategia per aumentare l’assorbimento del ferro a partire dai vegetali può essere mangiare i fagioli o le verdure dalle foglie verde scuro insieme alla carne rossa, al pesce o pollame. In questo modo le quantità assorbite possono arrivare a triplicare.
Esistono, poi, alcune sostanze che aiutano ad assorbire quantità maggiori di questo elemento, soprattutto la vitamina C. 100 mg di questo nutriente, abbondante negli agrumi, ma presente anche in altra frutta e verdura, aumentano l’assorbimento del ferro di più di 4 volte. Inoltre anche il beta-carotene presente nelle albicocche, nelle pesche, nei peperoni rossi, nelle carote, nelle patate dolci e in molta altra frutta e verdura favorisce l’assorbimento di questo metallo.
Infine, anche alcol e zucchero promuovono l’assorbimento di ferro. Tuttavia, si tratta di sostanze che assunte in quantità elevate aumentano i rischi per la salute. Non è, perciò, pensabile utilizzarli per contratsare le carenze di ferro tipiche di chi soffre di sideremia bassa.
I cibi nemici dell’assorbimento del ferro
Alcuni alimenti sono, invece, ricchi di sostanze che ostacolano l’assorbimento del ferro, primo fra tutti il calcio presente nel latte, nello yogurt e nei formaggi, nelle sardine, nel salmone affumicato, nel tofu e in mandorle, fichi, rape e rabarbaro. In particolare, restando al di sotto dei 50 mg di calcio gli effetti sull’assorbimento del ferro sono trascurabili o addirittura nulli, ma dosi di 300-600 mg (quantità fornite a 1-2 bicchieri di latte scremato) lo inibiscono significativamente.
Anche le uova contengono una molecola che ostacola l’assorbimento del ferro, la fosvitina, mentre gli ossalati, che riducono proprio l’assunzione del ferro non legato all’emoglobina (quindi quello misurato dalla sideremia), è presente negli spinaci, nel cavolo riccio, nella barbabietola, nelle noci, nella crusca, nel rabarbaro, nel tè, nel cioccolato e in erbe come l’origano, il basilico e il prezzemolo. E’ proprio a causa degli ossalati che gli spinaci non possono essere considerati fra le fonti principali di ferro.
Infine, i polifenoli e i fitati. I primi, presenti nel cacao, nel caffè, nel tè nero, nelle spezie, nelle noci e in molti frutti (ad esempio mele, more, lamponi e mirtilli), queste sostanze sono preziosi alleati della salute, ma non di chi ha necessità di assorbire quantità maggiori di ferro. Meglio, quindi, evitare di consumare i cibi che li contengono 2 ore prima e dopo un pasto ricco di questo minerale.
I fitati, invece, sono associati alle proteine della soia e alle fibre. Ne bastano piccole quantità per ridurre l’assorbimento del ferro del 50-65%. meglio, quindi, fare attenzione a noci, mandorle, sesamo, lenticchie e piselli. Purtroppo queste sostanze sono presenti anche nei fagioli secchi e nei cereali integrali, che si ritrovano nella stessa situazione di uova e spinaci: tanto ferro da una parte e, dall’altra, la difficoltà a lasciarlo assorbire dall’organismo.