L’aneto, nome scientifico Anethum Graveolens, fa parte della famiglia delle Ombrelliferae. E’ originaria dell’India, e somiglia molto alla pianta del finocchio e dell’anice. Viene anche chiamato neto o finocchio fetido, infatti i  semi freschi dell’aneto non hanno un buon odore (graveolens significa infatti “odore pesante”) ma diventano molto aromatici una volta essiccati, le foglie rispetto a quelle del finocchio selvatico hanno un sapore più amaro. E’ un’erbacea annuale, con radice fittomane e alto fusto cavo e solcato, di colore verde chiaro. Fiorisce abbondantemente da giugno ad agosto con piccoli fiori gialli riuniti in ombrelle. I frutti sono formati da due acheni di colore giallo. Viene coltivato come pianta aromatica, ma anche allo stato selvatico è presente in pianura e in collina. I frutti o semi, vanno raccolti prima che assumano il colore rossiccio della piena maturazione, verso fine estate, poichè in quel momento è più forte la presenza di olio essenziale e quindi più marcata la virtù aromatica. I semi freschi risultano immangiabili Le proprietà dell’aneto sono molte, tanto che questa spezia è utilizzata sin dall’antichità come rimedio naturale per molti disturbi. L’aneto è carminativo (favorisce l’espulsione di gas da stomaco e intestino) e antispasmodico, per cui è perfetto in caso di coliche, crampi allo stomaco e singhiozzo. È inoltre un ottimo rimedio naturale contro l’alitosi. Le sue proprietà diuretiche e depurative lo rendono un grande alleato contro la cellulite, poiché aiuta a eliminare le scorie, causa dell’accumulo di liquidi in eccesso. Bere un infuso di semi di aneto prima di coricarsi è un’ottima abitudine poiché questa pianta favorisce la digestione e combatte l’insonnia. Altra proprietà dell’aneto è quella di curare e rigenerare le unghie: i semi frantumati o le foglie sono ottimi per preparare impacchi rinforzanti. L’aroma, più marcato di quello del finocchio, ricorda quello dell’anice e cumino. e foglioline più giovani e i germogli tritati finemente possono venire utilizzati in cucina per insaporire verdure cotte, zuppe e carni; mentre i semi per insaporire sottaceti e per aromatizzare gli aceti.  

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