Quando si soffre di ansia, depressione o attacchi di panico i farmaci non sono l’unica possibile soluzione. Accanto ai medicinali e alla psicoterapia, anche gli approcci che aumentano la consapevolezza di sé possono essere un valido aiuto nella strada verso la guarigione. Un esempio? Le tecniche respiratorie SKY (Sudarshan Kriya® Yoga), la cui efficacia terapeutica è stata dimostrata da una serie di studi scientifici condotti in tutto il mondo.
Fra questi è inclusa anche una sperimentazione condotta presso l’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli di Milano grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale meneghino e IAHV Italia ONLUS, organizzazione non governativa internazionale a carattere educativo e umanitario attiva in oltre 150 Paesi e depositaria dell’utilizzo della tecnica SKY. Test specifici, analisi strumentali e di laboratorio hanno dimostrato che questo metodo permette di ridurre, rispettivamente, del 60% e del 40% i sintomi della depressione e della psicosi, migliorando, allo steso tempo, l’assetto cognitivo dei pazienti.
Per capire meglio in cosa consiste questa tecnica, quali sono i suoi fondamenti e quali le sue potenzialità, BenessereBlog ha intervistato Roberto Sanlorenzo, biologo molecolare e trainer SKY di IAHV – Italia.
Dottor Sanlorenzo, in che modo le tecniche di respirazione possono aiutare a combattere disturbi seri come l’ansia, la depressione e gli attacchi di panico?
La respirazione permette di intervenire su parametri fisiologici. Respirare in un certo modo ha un impatto sul sistema nervoso, su quello endocrino, su quello immunitario e sulla neuroplasticità. In questo modo si crea un terreno di benessere che facilita l’autoconsapevolezza. Insieme a questo deve, però, arrivare anche l’accettazione amorevole, cioè la presa di coscienza di avere dei problemi e dei limiti che, a loro volta, hanno delle cause e delle modalità di esplicarsi. Se si entra in conflitto con queste cause l’effetto è disastroso. Perché non si trasformi in rabbia questo conflitto deve essere sostituito nel tempo dall’accettazione.
In cosa consiste, esattamente, la terapia SKY?
Si inizia sempre con un incontro conoscitivo a doppio senso: i terapeuti conoscono i pazienti, ma anche i pazienti conoscono la terapia. A questo incontro conoscitivo, che può essere anche di gruppo, segue una prima parte intensiva che dura per le prime due settimane, dopo le quali è previsto un incontro di 3 ore ogni settimana per 6 mesi.
A questo punto il paziente è totalmente libero di tornare anche tutte le settimane, oppure ogni due settimane o mensilmente. Si può anche ripetere il gruppo. Dato che quelli con cui si ha a che fare in questi casi sono disturbi ciclici, si può sentire il bisogno di tornare per ritrovare l’equilibrio.
L’incontro tipico prevede un lavoro sul corpo per sciogliere le tensioni e diventare consapevoli del corpo – il classico yoga – e un lavoro sul respiro con diverse tecniche che sono preparatorie allo SKY propriamente detto. Poi, di volta in volta, il lavoro può procedere in modo diverso a seconda di ciò che accade. Può essere incluso anche un lavoro di tipo cognitivo, ad esempio analizzando cos’è andato bene e cosa male e come si sta utilizzando quello che si è imparato.
La sperimentazione avviata all’ospedale Fatebenefratelli è ancora attiva? Avete ottenuto nuovi risultati?
Purtroppo la storia di questa sperimentazione rispecchia l’andamento delle vicende della Regione Lombardia: a partire dalla metà del 2011 non ci sono stati dati più fondi. Per questo non è stato possibile includere nelle ricerche tutti i pazienti. In ogni caso, il metodo è stato testato in modo rigoroso. Stavamo lavorando su 70 pazienti e su altri 70 individui di controllo e al momento abbiamo risultati significativi sui 70 pazienti in trattamento. Tutti erano caratterizzati da un quadro clinico di depressione, ansia o attacchi di panico. Alcuni stavano assumendo farmaci, altri no.
Utilizzando scale specifiche per misurare l’ansia e la depressione si è visto che in media l’ansia già dopo 15 giorni scende al di sotto del livello clinico, risultato mantenibile per 6 mesi. Per la depressione ci vogliono 3-6 mesi, ma il risultato è mantenuto molto saldo. Per una parte dei pazienti ciò ha coinciso con la riduzione dei farmaci scelta, però, sempre dal medico curante.
La terapia SKY, quindi, non rappresenta un’alternativa all’assunzione dei farmaci?
IAHV Italia sostiene un approccio di medicina integrata che non esclude i farmaci, ma li affianca alla psicoterapia e alla terapia SKY. Bisogna sempre valutare quale strumento utilizzare a seconda della situazione del paziente: anche se potenzialmente le tecniche che passano per la coscienza possono essere efficaci, se nella persona non c’è ancora consapevolezza allora bisogna tornare alla chimica. L’approccio più adatto dipende anche dalla realtà in cui vive la persona. Chi, ad esempio, è rischio di suicidio deve assumere farmaci per rimanere in vita.
Per essere aggiornati sulle iniziative legate alla terapia SKY è possibile visitare il sito di IAHV Italia.
Fino a tutto il 2010 al Fatebenefratelli bastava pagare il ticket e andare in ospedale, come per qualsiasi psicoterapia
ci ha raccontato il dottor Sanlorenzo.
Oggi i contributi sono indispensabili: anche gli incontri sono condotti da volontari.
Foto | Flickr
Respirare contro ansia e depressione: i benefici della terapia SKY é stato pubblicato su Benessereblog.it alle 11:45 di giovedì 31 gennaio 2013. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.
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