Primula: non solo pianta ornamentale
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Pur esistendo circa 500 specie di primule, a scopi terapeutici si utilizzano solo la Primula veris ed in minor misura la Primula vulgaris.
Della primula si utilizzano le foglie raccolte in primavera prima della fioritura. I rizomi raccolti d’inverno che si fanno essiccare in un luogo buio e ben ventilato. I fiori interi raccolti prima che si schiudano ed anche loro essiccati in un luogo buio e ben ventilato, e le parti radicali.
Dal punto di vista fitoterapico, la primula si rivela molto importante in quanto contiene olio essenziale, saponinine che donano alla pianta proprietà espettoranti e mucolitiche ( fluidificano le segrezioni bronchiali ). Inoltre la primula è ricca di oligoelementie contiene un principio attivo noto come primulaverina, un potente analgesico ed antifiammatorio molto simile al principio attivo alla base dell’aspirina.
Molto indicato un decotto del rizoma in caso di bronchite e asma bronchiale. Un infuso di foglie e fiori allevia l’emicrania, il nervosismo e facilita il sonno.
Per uso esterno compresse di decotto e frizioni con l’olio sono indicate per contusioni e dolori muscolari; cataplasmi delle foglie tritate e del loro succo da applicare su piaghe e ferite. L’infuso di primula è un ottimo decongestionate per la pelle del viso.
In cucina, le foglioline laterali alla rosetta, possono essere utilizzate per insaporire un’insalata insieme alle altre verdure.
Paola Agnolucci
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