Quando i prezzi dell’energia cominciano a salire e scendere con rapidità, la domanda che ritorna è sempre la stessa: cosa c’è dietro queste variazioni e in che modo ricadono su famiglie e imprese?
Una risposta chiara esiste, a patto che si osservino i meccanismi di formazione del prezzo, i fattori che lo spingono verso l’alto o verso il basso e i tempi con cui questi movimenti incidono fino ad arrivare alla bolletta. Attraverso un’analisi accurata, tutto il quadro diventa perfettamente leggibile e la programmazione delle spese può essere più razionale.
Indice rapido
Come nasce il prezzo all’ingrosso dell’elettricità
Il mercato elettrico italiano definisce il valore dell’energia ora per ora. Nella sessione principale, quella del giorno prima, produttori e venditori presentano offerte di vendita e di acquisto; l’incontro tra quantità e prezzo individua, per ciascuna ora, il valore unico nazionale.
Nel linguaggio corrente viene definito con la sigla PUN ed è il riferimento che molti osservano ogni giorno per capire la tendenza generale. Per valutare la situazione corrente, operatori e addetti ai lavori guardano spesso al prezzo PUN aggiornato, così da cogliere le variazioni recenti e regolare le proprie scelte di acquisto.
Il PUN è di norma un prezzo marginale: viene pagata tutta l’energia al valore dell’ultima offerta necessaria a soddisfare la domanda di quell’ora. Ne deriva che, in presenza di molta produzione da impianti a basso costo variabile, il livello orario tende a ridursi; quando l’elettricità è prodotta in larga parte da centrali alimentate da combustibili costosi, il valore di equilibrio sale.
Si spiega così perché fasce orarie con alta disponibilità di rinnovabili risultino spesso meno care della sera, quando la richiesta resta elevata ma l’apporto delle rinnovabili scende.
Cosa muove le oscillazioni: domanda, meteo, combustibili ed emissioni
Tre fattori muovono il prezzo con maggiore forza. La richiesta di energia, innanzitutto, che cresce con il caldo estivo per l’uso diffuso dei condizionatori oppure durante le giornate lavorative più intense.
Le condizioni meteo, poi, che modulano la produzione rinnovabile: più vento significa maggiore generazione eolica, molte ore di sole incrementano la resa del fotovoltaico, lunghi periodi di siccità riducono la spinta dell’idroelettrico. Infine, i costi dei combustibili e delle quote di emissione: quando, ad esempio, il gas diventa più caro, le centrali termoelettriche richiedono prezzi più elevati per coprire i costi e questo si riflette sulla curva di offerta.
A questi elementi si sommano fattori di rete e disponibilità degli impianti. Se una parte della capacità di produzione o di collegamento con l’estero non è disponibile, il mercato ha meno alternative e il prezzo si assesta su livelli superiori. Al contrario, un parco impianti ampio e flessibile, con manutenzioni programmate in periodi di bassa domanda, tende a stabilizzare.
La situazione dei mercati durante la giornata
La programmazione non finisce in un’unica sessione del giorno prima. Durante la giornata, le condizioni effettive di domanda e produzione possono discostarsi dalle previsioni. Per colmare gli scarti esistono fasi in cui gli operatori correggono le posizioni. Se la richiesta reale supera quella attesa, entrano in campo offerte aggiuntive e i prezzi possono salire rispetto a quanto previsto.
Il gestore di rete attiva i servizi di bilanciamento per mantenere stabile il sistema: la rete elettrica, per essere affidabile, deve essere in equilibrio istante per istante e la remunerazione di questo servizio rientra tra i costi che, in misura contenuta, arrivano poi anche ai clienti finali.
Dall’ingrosso alla bolletta: tempi e modalità di trasmissione
Quindi, che cosa accade alla bolletta quando il mercato si muove? Dipende dalla tipologia di contratto.
Con offerte a prezzo variabile, la componente energia segue i valori all’ingrosso; il trasferimento non è immediato, perché le fatture aggregano periodi di consumo e i fornitori applicano formule definite in contratto, ma l’andamento si avverte già nel giro di poche letture. Con offerte a prezzo fisso, invece, il valore resta bloccato per la durata prevista; al rinnovo, la proposta risentirà del quadro che si è creato nel frattempo.
Va ricordato che la bolletta non contiene soltanto il costo dell’energia. Per questo motivo un calo del PUN non si traduce, da solo, in una riduzione perfettamente proporzionale della spesa finale. Inoltre, un aumento, per la stessa ragione, può risultare attenuato quando le altre voci restano stabili.