La sterilizzazione nel gatto maschio è un’intervento chirurgico eseguito generalmente intorno al sesto mese di vita, che ha lo scopo di asportare i testicoli (orchiectomia) per eliminare la possibilità di procreazione, e la cui conseguenza principale consiste nella scomparsa del desiderio sessuale per l’accoppiamento; tale operazione viene spesso effettuata anche per altri motivi inerenti alla sfera comportamentale dell’animale.
Indice rapido
Tipologie di sterilizzazione del maschio
Considerato ormai routinario, questo intervento può essere eseguito con due differenti metodiche: orchiectomia oppure vasectomia.
La prima modalità consiste in un’incisione dello scroto con successiva asportazione dei testicoli previa anestesia generale, seguita da alcuni punti di sutura in loco.
Il secondo metodo, comprendente la resezione dei dotti deferenti dopo la loro legatura, viene raramente praticato in quanto, a differenza della castrazione vera e propria, non ha alcun effetto a livello comportamentale.
In ambedue i casi, l’animale risvegliatosi dall’anestesia, deve sottoporsi a terapia antibiotica per alcuni giorni, ma ha una convalescenza che, a parte rari casi, non presenta alcun problema.
Vantaggi della sterilizzazione nel gatto maschio
La sterilizzazione del gatto maschio viene considerata come il principale strumento per controllare le nascite, poiché molto spesso questi animali, avendo un’indole spiccatamente indipendente, tendono a vivere in assoluta libertà , anche se si tratta di soggetti domestici, e quindi possono fecondare le femmine.
Tale operazione, consigliata per i gatti che vivono in famiglia, diventa un’esigenza indispensabile per quelli randagi che devono essere attentamente monitorati e, per quanto possibile, sterilizzati precocemente dato che intorno ai sei mesi di vita cominciano ad avvertire il richiamo delle femmine in calore. In questo modo vengono efficacemente contrastati i fenomeni di abbandono e di randagismo.
Un esemplare sterilizzato presenta poi alcune modificazioni comportamentali che riguardano soprattutto la sua aggressività .
Diminuisce la tendenza ad azzuffarsi per il possesso della femmina, che non è più oggetto di contese e di lotte; pertanto il gatto diventa maggiormente calmo e perde quasi del tutto il desiderio di allontanarsi, anche per lunghi periodi dall’ambiente casalingo, alla ricerca di una compagna.
Inoltre mostra un’indole decisamente più mansueta, attenuando quelle componenti di nervosismo ed irritabilità tipiche dei gatti non sterilizzati.
Quando un gatto è intero, anche se vive in ambiente domestico, marca le zone che considera come suo territorio mediante emissione di urina decisamente maleodorante, questo sgradevole inconveniente non si verifica più dopo l’intervento di orchiectomia.
Bisogna poi ricordare che i soggetti maschili generalmente innescano, per svariate cause, delle lotte anche piuttosto violente con i loro simili, provocandosi graffi e ferite, probabili veicoli per la diffusione di patologie, tra le quali la FIV (Feline Immunodeficiency Virus) e la FeLV (Feline Leukemia Virus), forme virali infettive molto pericolose per la loro sopravvivenza.
Con la sterilizzazione si nota una netta riduzione della possibile insorgenza di disturbi prostatici e testicolari, potenzialmente pre-cancerogeni.
L’intervento modifica anche le abitudini del gatto, contribuendo a salvaguardare il suo benessere fisiologico in quanto diventa più pacifico, stanziale e assume atteggiamenti maggiormente equilibrati che lo trasformano in un perfetto compagno di vita per il proprietario.
Dal punto di vista metabolico il suo fisico trae notevoli vantaggi; è infatti sufficiente impostare un corretto regime dietetico, diminuendo la quantità di alimenti oppure utilizzando cibi specifici a contenuto ipocalorico, e l’animale può godere di un’ottima qualità di vita.
Pure suo aspetto fisico ne trae giovamento, con la presenza di un pelo lucido e folto e soprattutto con una marcata attenuazione di alcuni disturbi relativi ad irritazioni cutanee di probabile genesi ormonale.