Nei primi anni di vita alcuni ritardi nel linguaggio possono essere normali, ma è importante riconoscere per tempo i segnali di disagio, di qualcosa che non è momentaneo ma un vero e proprio problema da risolvere: in età prescolare circa il 5% dei bambini manifesta difficoltà linguistiche persistenti.
Tali disturbi possono essere transitori, legati a uno sviluppo neurolinguistico più lento, oppure indicare patologie più gravi; ad esempio, nei primi anni scolastici oltre la metà di questi bambini sviluppa anche problemi nell’imparare a leggere, scrivere o fare calcoli. Disturbi come la dislessia (lettura), la disgrafia/disortografia (scrittura) e la balbuzie richiedono spesso un intervento specialistico già in giovane età.
Quando sorgono dubbi è importante chiedere un parere professionale: logopedisti, neurologi pediatrici, psicologi e otorinolaringoiatri lavorano insieme in un percorso multidisciplinare per individuare l’origine del problema.
I pediatri considerano “allarmante” che a 30 mesi un bambino non sappia ancora produrre almeno 50 parole o combinare due vocaboli; segni come questi, insieme a difficoltà di comprensione, scarsa articolazione, balbuzie persistente o problemi evidenti di lettura/scrittura a scuola, dovrebbero portare a una visita logopedica.
Anche gli adulti non devono trascurare segnali come cambiamenti improvvisi della voce, difficoltà di articolazione dopo un trauma, o disturbi dell’apprendimento (ad es. problemi di memoria o concentrazione dopo un evento neurologico). Una diagnosi precoce permette di impostare terapie mirate prima che i problemi condizionino relazioni sociali o rendimento scolastico.
Indice rapido
Lavorare in squadra: logopedista, otorinolaringoiatra e altri specialisti
Un percorso di riabilitazione efficace prevede la sinergia fra più professionisti.
Il logopedista è il terapista di riferimento per la comunicazione: valuta il linguaggio, la voce, la deglutizione e propone esercizi riabilitativi personalizzati, anche per i disturbi dell’apprendimento (lettura, scrittura, calcolo).
Il foniatra/otorinolaringoiatra (medico specialista di orecchio, naso e gola) esegue la visita strumentale necessaria: attraverso l’endoscopia o la fibroscopia esamina ad esempio le corde vocali, la velocità di trasmissione del suono e la funzionalità tubarica.
Se durante la visita medica si riscontrano anomalie (come russamento, ostruzione nasale o problemi uditivi), lo specialista indirizza il paziente dal logopedista o, viceversa, suggerisce l’intervento di un odontoiatra/ortodontista.
Un esempio di approccio integrato avviene nei centri di cura che offrono prestazioni sanitarie sia in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale che a pagamento, come la Casa di Cura Fogliani: qui logopedisti e otorinolaringoiatri lavorano in tandem per diagnosticare e curare i disturbi della voce e del linguaggio.
Bocca, denti e lingua: un legame imprescindibile
La bocca è il “veicolo” principale del linguaggio e la sua salute incide direttamente sul nostro benessere complessivo.Ogni componente – denti, mascelle, lingua, palato – contribuisce alla produzione dei suoni.
Qualsiasi anomalia nella crescita dei denti, della mandibola o della mascella provoca infatti uno squilibrio muscolare oro-facciale che può ripercuotersi sulla fonazione; ad esempio, un palato troppo alto e stretto limita lo spazio su cui la lingua può articolare, rendendo difficile pronunciare suoni come /สง/ e /สค/ e quindi parole come “ciao”, “gelato”).
Allo stesso modo, lo spostamento posteriore della lingua, tipico della respirazione orale, impedisce la sua azione fisiologica di modellare il palato, determinandone un innalzamento e la formazione di malocclusioni che ostacolano ulteriormente il linguaggio.
Frenulo linguale e altri ostacoli
Un altro esempio classico è l’anchiloglossia (frenulo linguale corto). In questo caso la lingua può presentare una forma a “cuore” e non muoversi liberamente: i bambini e gli adulti con frenulo corto faticano a sollevare la lingua verso il palato, con conseguente difficoltà a pronunciare suoni come “l”, “r”, “t”, “d”.
Se non individuato precocemente, l’anchiloglossia può rimane nascosto fino a quando non emergono le prime difficoltà di articolazione e, in molti casi lievi, è sufficiente un percorso di terapia logopedica per migliorare la mobilità della lingua e compensare il disturbo, mentre nei casi più gravi può essere indicato un piccolo intervento chirurgico sul frenulo, seguito da riabilitazione logopedica.
Fonti e note bibliografiche
- Enciclopedie e portali sanitari italiani sui disturbi specifici del linguaggio micuro.it
- Articolo di odontoiatria e ortodonzia sui rapporti tra malocclusioni e linguaggio studiociuffoloferritto.it-ildentistamoderno.com
- Pubblicazioni su frenulo linguale corto idoctors.it
- sancamillotorino.net
Disclaimer: la salute è un tema complesso: non affidarti solo alle informazioni online per prendere decisioni sulla tua salute. Consulta sempre un medico per una valutazione personalizzata e un piano di trattamento adeguato.