Parlando di materie plastiche ci si riferisce ad una precisa categoria di materiali artificiali dotati di una particolare struttura macromolecolare. Questi materiali, verificandosi determinate condizioni di temperatura e pressione, divengono soggetti ad alterazioni della loro forma in via permanente. La materie plastiche si suddividono in:
In questa breve guida, illustriamo le caratteristiche delle materia plastiche, le differenze tre le tipologie e l’utilizzo di ognuna.
Indice rapido
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I materiali termoplastici se riscaldati reagiscono ammorbidendosi al punto da permettere la lavorazione della materia plastica, consentendo quindi la possibilità di produrre oggetti finiti e quando la loro temperatura scende a un livello normale acquisiscono nuova rigidità. La qualità della materia prima lavorata garantisce la possibilità di ripetere il processo anche più volte.
Anche i materiali termoindurenti reagiscono al calore ammorbidendosi, però raffreddandosi induriscono per via di un processo di reticolazione tridimensionale. Ed è grazie all’effetto contemporaneo di maggior calore e maggior pressione che i materiali termoindurenti possono essere lavorati. Tuttavia non è possibile un secondo processo di lavorazione in quanto se nuovamente riscaldati si carbonizzano.
Gli elastomeri, che possono essere sia termoplastici che termoindurenti, hanno grandi doti di elasticità e possono essere sottoposti ad elevate deformazioni.
I polimeri termoplastici in funzione della qualità della materia prima possono essere più volte sottoposti a fusione e quindi essere rimodellati (questo consente il riciclaggio della plastica). Sono caratterizzati da una struttura molecolare a catena aperta con basso grado di reticolazione.
Il Polietilene Tereflatato ha una grande resistenza al calore (250°) ed è impermeabile ai gas. Usualmente lo si usa in fogli molto sottili e leggeri. Questa resina composta da ftalati risulta particolarmente valida per l’uso alimentare (ad esempio le bottiglie PET di acqua e bibite).
Il PVC (conosciuto in ogni dove proprio col suo acronimo commerciale) è in assoluto il materiale termoplastico più diffuso al mondo in virtù delle sue particolari proprietà meccaniche e nonostante gli elevati gradi di tossicità in fase di combustione. Lo si usa (rigido o flessibile) praticamente per tutto: dai serramenti alle grondaie, dalle guarnizioni ai giunti.
Il polipropilene presente ottime doti di resistenza al calore ed agli agenti chimici ed è caratterizzato da un certo grado di isolamento elettrico.
La poliammide (nylon) è una delle prime materie plastiche ad esser stata scoperta. Ha il vantaggio di non essere infiammabile ed è resistente all’usura. Come per il PVC gli usi del nylon sono praticamente infiniti: dagli ingranaggi all’abbigliamento.
Le resine acriliche, grazie alla loro trasparenza, sono simili al vetro ed in sua sostituzione vengono spesso utilizzate. Buona resistenza alla fiamma, buona elasticità, interessante comportamento antistatico. Per produrre quindi lampade, arredi, coperture trasparenti, dispositivi odontoiatrici, etc..
Il nitrato di cellulosa è la prima materia plastica ad esser stata scoperta ed utilizzata. E’ molto simile alla madreperla, è flessibile, è resistente all’umidità è facilmente infiammabile. Usato per produrre pettini, tasti, oggetti simil-avorio, oggetti simil-madreperla, etc..
L’acido polilattico, deriva dal mais grazie ad un particolare un processo di biotecnologia e lo si usa per laddove servono caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità.
I polimeri termoindurenti, a differenza dei termoplastici, non possono essere rimodellati in seguito a nuova fusione in quanto tendono a decomporsi carbonizzandosi. Risultano quindi di difficile riciclo.
La bachelite, il primo materiale plastico sintetico comparso al mondo, appartiene alla famiglia delle resine fenoliche. Si tratta di prodotti viscosi e dalla grande collosità, liquidi e solubili in taluni alcali o in precisi solventi organici. Vengono utilizzate per le vernici, i mastici ed diversi altri prodotti che induriscono essiccando.
Di resine poliuretaniche (più comunemente e genericamente note col termine poliuretano) ne esistono di molteplici tipologie e usano in una infinità di applicazioni e produzioni.
Le resine melamminiche sono resine sintetiche termoindurenti incolori, inodore, resistenti agli agenti chimici ed all’acqua, dotate di resistenza all’abrasione ed al calore e trasparenti alle radiazioni luminose. Si usano per produrre formica, l’arborite, i mobili, i piatti, le colle e le vernici.
Le resine epossidiche hanno grandi proprietà adesive, una buona resistenza al calore ed agli agenti chimici. Buone caratteristiche meccaniche e ottimi isolanti elettrici. Usate principalmente per le vernici, rivestimenti e materiali compositi.
Le resine poliesteri insature la grande leggerezza e la semplicità di lavorazione unite all’ottima resistenza agli agenti atmosferici le rendono particolarmente adatte per piscine e coperture di tetti e nella produzione di materiali compositi.
Le resine vinilestere hanno caratteristiche simili alle precedenti. Sono però dotate di migliori proprietà meccano-chimiche. Si usano per manufatti sportivi come le piccole imbarcazioni e le canoe, i serbatoi anche a destinazione alimentare, etc..
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