L’età neonatale, quella compresa tra 0 e 12 mesi, è sicuramente un periodo molto particolare e non sono certamente rare le problematiche che interessano i più piccoli. Molto spesso si tratta di disturbi non gravi in sé e per sé, ma che possono risultare fastidiosi (e destabilizzanti per i neo-genitori); per alcuni di essi è poi opportuno intervenire per tempo, per evitare conseguenze futuro più o meno rilevanti che potrebbe essere più difficile risolvere in futuro. Se per alcuni disturbi è inevitabile il ricorso a determinati medicinali pediatrici, in altri casi è possibile intervenire con un approccio manuale, come per esempio quello proposto da Chiara Fenaroli osteopata per neonati, operante nei suoi studi di Desio e di Milano. Cerchiamo quindi di capire come funziona l’osteopatia per neonati.
Indice rapido
Com’è noto, l’osteopatia è una medicina complementare, vale a dire una pratica medica che può eventualmente essere affiancata agli interventi della medicina convenzionale. Diversamente da questa, l’osteopatia non contempla né l’utilizzo di farmaci né il ricorso a interventi strumentali. Più precisamente si parla di “manipolazioni manuali”. L’osteopatia prevede diverse specializzazioni; una di queste è appunto l’osteopatia neonatale, destinata ai bambini la cui età è compresa tra gli 0 e i 12 mesi. Nel caso di bambini di età superiore all’anno, si parla invece di osteopatia pediatrica. L’osteopatia neonatale si pone come obiettivo la risoluzione di alcune specifiche problematiche che possono presentarsi nel corso della gestazione, al momento del parto o durante il primo anno di vita.
Come tutte le disciplina, l’osteopatia neonatale non è una panacea per tutti i mali, ma può risultare utile per trattare varie problematiche quali la “testa piatta” (anche “testa schiacciata” o, per usare un termine medico, plagiocefalia), il torcicollo miogeno (che peraltro può determinare anche l’insorgenza di plagiocefalia), il reflusso gastroesofageo, il rigurgito, le coliche gassose, lo strabismo, i problemi di deglutizione, le difficoltà nell’allattamento, i disturbi del sonno ecc. Molto spesso l’osteopata neonatale opera in collaborazione con il pediatra di famiglia, figura di primo piano per quanto riguarda la salute di neonati e bambini più grandi. È corretto ribadire che non sempre si può ricorrere all’osteopatia; non è per esempio possibile farlo nel caso di emergenze mediche, infezioni, problematiche che richiedono un approccio farmacologico e/o chirurgico, malattie genetiche ecc.
L’approccio dell’osteopata, a prescindere dalla specializzazione, è esclusivamente manuale e nel caso di neonati è ovviamente un approccio molto delicato. Un osteopata non ricorre mai a prodotti medicinali e nemmeno a terapie strumentali, come per esempio la TENS, la TECAR, la laserterapia. È per questo motivo che nel caso dell’osteopatia non si hanno le stesse probabilità di effetti collaterali. Si deve anche sottolineare il fatto che l’osteopatia adotta un metodo causale e non sintomatico. In altri termini, l’osteopata mira sempre a individuare la causa del problema e a risolverla. L’approccio sintomatico è diverso, non agisce sulla causa, ma sul sintomo (classico esempio è quello degli analgesici in caso di mal di testa; non viene eliminata la causa che ha determinato la cefalea, bensì si sopprime il dolore ricorrendo a uno specifico principio attivo antidolorifico).
Merita un breve accenno anche l’osteopatia pediatrica, destinata ai bambini che si trovano nella fascia di età che va dai 12 mesi ai 14 anni circa. Tra i disturbi che possono essere trattati si ricordano principalmente le problematiche posturali, il piede piatto, i problemi di occlusione dentale, la scoliosi, le otiti medie, le sinusiti, i disturbi del sonno e le cefalee. Può inoltre risultare utile in problemi quali la dislessia e la disortografia.
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