Terapia CPAP per apnee notturne: benefici ed effetti collaterali

Con la generica espressione apnee notturne ci si riferisce a una patologia che viene classificata sia tra le malattie respiratorie che tra i disturbi del sonno. La denominazione più corretta è “sindrome delle apnee ostruttive nel sonno” ed una condizione patologica che nel nostro Paese, a diversi livelli, interessa alcuni milioni di persone.

Pur non rientrando tra le emergenze mediche, sarebbe un errore trascurarla perché oltre alle problematiche che essa può comportare nella quotidianità, il mancato trattamento porta nel lungo termine a un aumento del rischio di problematiche cardiovascolari (ipertensione arteriosa, fibrillazione atriale, ictus e attacco cardiaco).

Apnee notturne: una malattia più comune negli uomini

La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (anche OSAS, acronimo di Obstructive Sleep Apnea Syndrome) è una malattia più comune negli uomini adulti (in particolar modo coloro che sono in sovrappeso od obesi), ma interessa anche molte donne (più comunemente quelle nella fase post-menopausale) e sono possibili, per quanto rari, anche casi in età pediatrica.

Quando la diagnosi è stata posta con certezza (risultato ottenibile eseguendo una polisonnografia), è necessario intraprendere una specifica terapia.

Al momento attuale, il trattamento “gold standard” è la CPAP per apnee notturne, una terapia che si avvale di un dispositivo che eroga un flusso d’aria che mantiene aperte le vie aeree superiori durante il riposo notturno; in questo modo si evita il collasso delle vie aeree e, di conseguenza, il verificarsi delle apnee o delle ipopnee (apnee parziali).

Come la maggior parte delle terapie, la CPAP, che è particolarmente efficace, non è esente da effetti collaterali.

I benefici della terapia CPAP

CPAP è l’acronimo di Continuous Positive Airway Pressure ovvero Pressione Positiva Continua delle vie aeree. La terapia è effettuata con un dispositivo costituito da un ventilatore, un tubo flessibile e una maschera nasale. Il ventilatore è collegata alla maschera con il tubo e, una volta acceso il dispositivo, il flusso d’aria erogata mantiene pervie le vie aeree del soggetto durante il sonno; l’apparecchio è di piccole dimensioni e può essere posizionato sul comodino.

La sua efficacia nel trattamento delle apnee notturne è ampiamente documentata nella letteratura medica e i benefici sono diversi: ripristino di una regolare respirazione durante il sonno (si evitano le apnee e i microrisvegli che caratterizzano la sindrome). Il sonno è più profondo e continuo e si evitano gli effetti collaterali diurni, ovvero sonnolenza, stanchezza, irritabilità, nervosismo, scarsa concentrazione, e anche le problematiche a lungo termine.

Gli effetti collaterali della CPAP

La CPAP, come accennato, non è esente da effetti collaterali; alcuni sono molto comuni, altri meno.

I più frequenti sono la secchezza nasale e la secchezza delle fauci, problematiche che possono essere alleviate con appositi umidificatori integrabili con il dispositivo CPAP.

Altro effetto collaterale abbastanza comune è l’arrossamento degli occhi; questo problema è di norma dovuto al fatto che la maschera non si adatta perfettamente al viso e “sfiata” mandando l’aria verso gli occhi. Si deve verificare che la taglia sia quella giusta e che sia sistemata in modo corretto.

Una maschera posizionata male o troppo stretta può causare anche segni sul viso. Si possono fare diverse prove fino a quando non si trova il modello più idoneo.

Infine, meno comune, ma possibile, è il gonfiore addominale; questa problematica, se il valore d’erogazione è quello giusto, può essere dovuto al fatto che il soggetto non sia grado di contrastare la pressione del dispositivo in fase di espirazione. In questo modo si inghiotte aria e si ha gonfiore addominale. Si può valutare in questo caso il passaggio a un dispositivo BiPAP (Bilevel Positive Airway Pressure), nel quale si possono impostare due livelli di pressione diversi fra loro, uno per l’inspirazione e uno per l’espirazione.