Quando e come intervenire per curare le malattie dell’orecchio dei bambini

Avere un bambino è senza dubbio l’esperienza che più è in grado di cambiare la vita di una persona. L’arrivo di un nuovo membro della famiglia è fonte di una gioia talmente grande che solo chi l’ha provata può essere in grado di comprendere. Tutta la fatica, le notti insonni e i nuovi mille impegni che entrano a far parte della nostra vita scompaiono anche solo di fronte a un sorriso della nostra piccola gioia. Ovviamente tutto questo comporta anche una serie di enormi responsabilità che sono dovute a tutte le scelte che dobbiamo effettuare e alle decisioni che dobbiamo prendere in ogni singolo istante.

Quando piange, quando mostra anche una piccola sofferenza o manifesta un disagio dobbiamo essere bravi a capire di cosa si tratti, quale sia l’origine di quel disagio. E, come è ovvio, non è affatto facile, proprio perché sono così piccoli e indifesi e non ancora in grado di comunicarci verbalmente quale sia l’origine del problema. Certo, non dobbiamo essere troppo apprensivi ma al tempo stesso non dobbiamo sottovalutare tutti i segnali che ci arrivano ed essere sempre in grado di muoverci con tempestività. In questo articolo, in particolare, ci occuperemo di quelli che possono essere i problemi all’udito del nostro bambino, di quali siano i segnali e di come intervenire.

 

Le malattie dell’orecchio dei bambini

Il primo campanello d’allarme delle malattie dell’orecchio nei bambini è l’otalgia: si tratta di un disturbo molto comune a quell’età, l’83% dei bambini al di sotto dei 3 anni è colpito da otite media, ma la maggior parte di queste patologie sono destinate a scomparire senza lasciare traccia. Il segnale più evidente sarà un pianto disperato che tenderà ad accentuarsi nelle ore notturne. La più comune patologia dell’orecchio nei bambini è sicuramente l’otite ed è causata, in genere, da virus e batteri, e si manifesta con una infiammazione del canale uditivo esterno o medio. In estate, ad esempio, è molto frequente quella causata dall’accumulo di acqua nel canale uditivo.

Quest’ultima, pur non essendo infettiva, può provocare arrossamento del canale uditivo, prurito, secrezione di liquido, febbre e anche ingrossamento dei linfonodi. L’otite media può presentarsi con febbre e irritabilità, pianto inconsolabile e sonno disturbato, diarrea e abbassamento dell’udito. Nei bambini, il sistema immunitario è più debole e anche le tube di Eustacchio sono più piccole, rendendo più difficoltosa la fuoriuscita di liquidi, e quindi queste problematiche non sono infrequenti. Curare l’otite nei bambini è fondamentale per scongiurare il sopraggiungere di complicanze più serie, fortunatamente piuttosto rare, dalle quali possono scaturire patologie come la mastoidite, la labirintite, la meningite, oltre ad altre malattie rare.

Quando la malattia degenera, o quando è grave fin dalla nascita o vi sono malformazioni, si verificano casi di ipoacusia infantile.  L’ipoacusia infantile è un deficit uditivo, una mancanza di risposta agli stimoli uditivi che può essere diagnosticata come lieve, media o grave. L’udito gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo linguistico del bambino, nello sviluppo della comunicazione e del suo apprendimento. I bambini con una perdita uditiva possono sviluppare ritardi comportamentali, della comunicazione, nell’apprendimento accademico e problemi nella socializzazione con familiari e coetanei.

Normalmente ecco come si sviluppa l’udito di un bambino:

1.       Nascita. Il neonato, sente fin da subito suoni e voci che lo circondano, anche se ancora in modo debole, sussultando per i rumori più forti.

2.       Dai 2 ai 4 mesi. Comincia a riconoscere il tono di voce alto o basso e la voce dei suoi genitorie inizia ad emettere suoni che lo divertono.

3.       Dai 5 ai 6 mesi. Il bambino dovrebbe essere capace di rispondere a stimoli più precisi, reagendo con le prime risate a stimoli uditivi e visivi.

4.       Dagli 8 ai 12 mesi. Il bambino riconosce il significato di alcune parole specifiche e reagisce al loro suono.

5.       Dai 12 ai 18 mesi. Dal primo anno di vita, il bambino comincia a pronunciare le prime parole, reagire a melodie e interagire con gli altri bambini.

Se non vi sono le reazioni sopra descritte è sempre meglio accertarsi che l’udito del bambino sia funzionante per escludere la presenza di una sordità infantile.

I sintomi più evidenti di un deficit del canale si notano quando non vi sono reazioni agli stimoli uditivi e il bambino piange quando non ha una figura adulta a portata di vista, non sentendo i rumori nella stanza accanto si sente abbandonato.

Per questa tipologia di problematiche è sempre fondamentale rivolgersi a un medico otorinolaringoiatra e a dei professionisti dell’udito, come ad esempio https://www.audiovita.it/it/apparecchi-acustici/apparecchi-per-bambini/, in grado di supportarci e intervenire tempestivamente per aiutare il raggiungimento dell’indipendenza da parte dei nostri bambini.