Allergia ai pollini – Cause e sintomi – Rimedi e cure

Secondo i dati diffusi dall’OMS fino al 20% della popolazione soffre di allergia ai pollini.
Il polline, termine introdotto dal naturalista svedese Linneo e derivante dal latino pollen che significa letteralmente farina fine, è tra le più frequenti cause di allergie, con sintomi fastidiosi che possono disturbare seriamente il normale svolgimento delle giornate quotidiane.
Tra i pollini allergenici più diffusi e fastidiosi, in particolare per i bambini, ci sono le graminacee: si tratta infatti di piante come il riso, l’orzo e il mais, presenti in grandi quantità sia negli ambienti che in cucina.
Si pensa che l’allergia ai pollini, chiamata anche Febbre da Fieno, sia una reazione limitata al periodo primaverile: in realtà i Calendari delle Fioriture, strettamente legati ai periodi di impollinazione delle varie piante produttrici di pollini, dimostrano che non è sempre così. La presenza di questi calendari è fondamentale non tanto per la cura delle allergie ma soprattutto per la loro prevenzione che rappresenta sostanzialmente una prima forma di difesa contro queste reazioni allergiche.

 

Cosa è il polline

Il polline altro non è che una piccolissima particella, essenziale al processo riproduttivo della pianta e da esso stesso rilasciata nell’aria. Nella riproduzione di un fiore sono coinvolti i pistilli che contengono gli organi riproduttivi femminili e gli stami che accolgono quelli maschili. La loro unione da vita all’impollinazione con la formazione del frutto e con esso del seme, alimentando il ciclo naturale della vita dei vegetali.
Nelle piante che hanno entrambi gli organi riproduttivi avviene l’autoimpollinazione, mentre negli altri casi il polline viene integrato principalmente attraverso due vettori: gli insetti impollinatori come le api, i coleotteri, le farfalle e le vespe, attirati dai fiori vistosi delle piante Entomofile; e i flussi di aria, che fanno viaggiare il polline anche per centinaia di chilometri e agiscono in relazione alle piante Anemofile.

 

Sintomi dell’allergia ai pollini

Quando l’aria trasporta il polline, soprattutto quello primaverile delle graminacee, il rischio di allergie primaverili aumenta e si scatenano i classici sintomi che comprendono:

  • congestione nasale,
  • starnuti a raffica,
  • prurito al naso/occhi/gola,
  • naso sgocciolante,
  • lacrimazione eccessiva,
  • occhi gonfi,
  • congiuntiviti,
  • tosse,
  • riduzione del senso di olfatto e di gusto,
  • dolori mandibolari e alla testa causati dalla congestione dei setti nasali.

Nel caso particolare dell’allergia alle graminacee si possono manifestare anche difficoltà respiratorie, disturbi del sonno, diarrea e senso di oppressione del torace.
In alcuni casi l’allergia ai pollini può causare crisi asmatiche e questo avviene quando il polline ha dimensioni molto piccole. Si pensa che i pollini interessino le vie aeree solo a livello superficiale e ciò è vero nei casi in cui superino la dimensione di 3 micron e i filtri presenti nel nostro corpo, come il muco o i peli del naso, li bloccano facilmente causando una reazione allergica “leggera”: quando però le particelle di polline sono minuscole riescono ad arrivare nelle profondità delle vie aeree scatenando l’asma.

pistilli

La risposta allergica del sistema immunitario

I sintomi dell’allergia ai pollini sono figli di una reazione del sistema immunitario da ipersensibilità immediata: questa si scatena nei soggetti particolarmente sensibili al contatto con un determinato allergene, ovvero alle proteine, una delle principali componenti del polline.
Quando l’allergene entra in contatto con l’organismo, quest’ultimo risponde producendo le immunoglobine IgE, anticorpi chiamati a combattere l’allergene che coinvolgono in particolare i Granulociti Basofili del sangue e i Mastociti dei tessuti.
La seconda fase della reazione immunitaria vede gli anticorpi Ige legarsi allo stesso allergene con una conseguenziale liberazione di sostanze tra le quali spiccano le famose Istamine, le principali responsabili dei fenomeni infiammatori delle mucose e dei tessuti, che fungono da veri e propri segnali di allarme. C’è anche un coinvolgimento di alcuni organi con manifestazioni come la contrazione delle pareti muscolari dell’intestino e dei bronchi, la maggiore permeabilità dei vasi sanguigni e la loro dilatazione.
Oltre alle proteine, ci sono anche altre sostanze che possono scatenare nell’organismo una violenta reazione allergica come ad esempio gli enzimi contenuti nei pollini delle Betulle che, colpendo soprattutto il tessuto cellulare che riveste le vie respiratorie, penetrano ancora più in profondità intensificando le reazioni allergiche.
Non tutti però sono allergici e il motivo sarebbe da rinvenirsi nei Linfociti T HELPER: si tratta di cellule che normalmente si sviluppano assieme al sistema immunitario ma nei soggetti allergici restano indietro, reagendo eccessivamente davanti alla presenza di un allergene. La spiegazione, oltre ai fattori della familiarità e della genetica, può essere rinvenuta nella qualità di vita del mondo occidentale. Un bambino infatti difficilmente nei primi anni di vita entra in contatto con determinati microrganismi, per via della corretta igiene e di un’alimentazione adeguata: in tal modo non si fa altro che alterare la risposta immunitaria che, una volta che si presenta lo stimolo, diventa dunque importante.

 

Pollini allergenici

Quando si parla di allergie ai pollini, la mente corre subito alle Graminacee, responsabili forse della maggior parte delle reazioni allergiche, anche se si stima che nell’aria che si respira in un preciso momento debbano essere presenti almeno 50 particelle per scatenare una reazione del sistema immunitario. Le graminacee sono ad esempio l’erba marzolina, la segale, il mais, il riso, l’avena, l’orzo e il frumento: producono pollini tra i mesi di aprile e giugno, con casi estesi anche fino a settembre. L’allergia alle graminacee è molto diffusa perché sono specie vegetali che si trovano praticamente dappertutto, dai cigli delle strade ai giardini fino ad arrivare sulle tavole.
Gli altri pollini allergenici sono quelli prodotti dalle Urticacee e in particolare dalla Parietaria, specie erbacea molto simile all’ortica: l’impollinazione, con relativa possibilità di scatenare reazioni allergiche, avviene tra marzo e maggio nel nord-Italia, tra febbraio e ottobre nelle regioni centrali mentre nel Mezzogiorno d’Italia avviene tra febbraio e novembre.
Ci sono poi i pollini delle Composite come la camomilla, l’ambrosia, le margherite e il girasole e l’impollinazione avviene tra maggio e novembre.
I pollini allergenici degli alberi vengono liberati in tempi diversi:

  • l’ulivo e il frassino, della famiglia delle Oleacee, fioriscono tra aprile e giugno;
  • i cipressi e i cedri giapponesi fanno parte delle Cupressacee e fioriscono tra i mesi di febbraio e marzo;
  • gli ontani e le betulle sono Betulacee e l’impollinazione si svolge tra febbraio e maggio;
  • le Fagaceae comprendono esemplari di faggi, castagni e querce e fioriscono da febbraio al mese di luglio;
  • i carpini bianchi e neri fanno parte assieme al nocciolo della famiglia delle Corylaceae e l’impollinazione si attiva tra l’inverno e la primavera (gennaio-aprile).

betulla

Rimedi per l’allergia ai pollini

Per una corretta diagnosi dell’allergia al polline servirà la descrizione della sintomatologia da parte del soggetto al proprio medico, con opportune verifiche legate alla stagione in corso e alla presenza di una qualche familiarità nel nucleo famigliare.
Inevitabile è poi procedere all’esecuzione del Prick Test, attraverso il quale si iniettano nella pelle dell’avambraccio piccolissime quantità di allergene e si attendono eventuali reazioni cutanee che attesteranno se il soggetto è allergico oppure no.
Tra gli esami di laboratorio richiesti dal medico può esserci anche il Rast Test che ricerca nel sangue tracce di IgE.
Una volta diagnosticata con sicurezza l’allergia al polline, il medico potrà somministrare la cura farmacologica più adatta che può comprendere:

  • Antistaminici H1, sono medicinali in forma di spray nasali, colliri o pillole, che ostacolano la produzione di Istamina diminuendo così pruriti e starnuti;
  • Corticosteroidi nasali sono i farmaci sotto forma di spray e compresse più prescritti contro le allergie vista la loro efficacia contro le infiammazioni, i rush cutanei e il gocciolamento del naso (il loro uso prolungato può irritare le mucose nasali);
  • Decongestionanti sono rinvenibili sia come farmaco da banco che prescrivibile;
  • Antileucotrienice e Sodio Cromoglicato si usano per via orale e si rivelano preziosi per alleviare i sintomi della rinite;
  • Corticosteroidei orali sono adatti per quelle reazioni allergiche particolarmente imploranti, ma il loro uso deve necessariamente limitato nel tempo altrimenti si rischia di incorrere in debolezza muscolare, osteoporosi e addirittura cataratte.

Combattere le allergie significa anche prevenirle e in tal caso è importante il ruolo dell’Immunoterapia: si tratta della somministrazione di vaccini antiallergici ovvero di una piccola quantità di allergeni (sotto la lingua o per via sottocutanea) in modo da portare l’organismo a tollerarli. La durata dell’Immunoterapia si aggira tra i 3 e i 5 anni.

 

Allergia ai pollini: consigli

I soggetti allergici sanno che con l’arrivo del periodo primaverile rischiano di soffrire di allergie ai pollini e per questo hanno più possibilità di prevenirla non solo ricorrendo ai farmaci ma anche mettendo in pratica una serie di facili accorgimenti.
Prima di tutto è meglio evitare di passeggiare la mattina o il pomeriggio per campi coltivati, prati o terreni incolti: optare piuttosto per i boschi, il mare oppure l’alta montagna a più di 1000 metri di altezza.
Quando si è in macchina, non lasciare i finestrini aperti ma attivare l’aria condizionata, previo controllo della qualità dei filtri: chi è costretto a viaggiare in bicicletta o in motorino è opportuno che usi apposite mascherine con filtri antipolline.
Anche in casa è meglio chiudere le finestre e attivare il condizionatore: le pulizie casalinghe sono fondamentali e, munendosi, se occorre, di apposito aspirapolvere dotato di Filtri HEPA, è consigliato mantenere ben puliti lenzuola, tappeti, materassi, cuscini e mobili.
Anche la pulizia personale è importante: rientrati a casa, è bene farsi la doccia e lavare i capelli, ponendo i vestiti appena usati, probabilmente carichi di polline, in lavatrice.
Sempre utile infine fare lavaggi nasali con soluzioni saline o con spray a base di acqua di mare ed evitare di fumare, in quanto il fumo delle sigarette non fa altro che irritare ancora di più le vie respiratore.