I test di autovalutazione dell’ansia

La valutazione psicometrica dell’ansia generalizzata si avvale di un numero maggiore di test rispetto ai disturbi specifici d’ansia in quanto l’analisi di questi ultimi appartiene a storia recente. Tra gli strumenti diagnostici più datati ritroviamo due test che costituiscono essenzialmente sistemi di autovalutazione

  • la MAS di Taylor (Manifest Anxiety Scale) ispirata al classico test di personalità MMPI (Minnesota Multiphasic Personality Inventory) e che, tra rielaborazioni successive, è arrivata da 200 a 20 items selezionati fra quelli più rappresentativi
  • l’ASQ di Cattel e Scheier (Anxiety Scale Questionnaire) .

Manifest Anxiety Scale

I due test per l’ansia possono essere considerati equivalenti: infatti, pur se nel primo caso gli items sono dicotomici, cioè si basano sulla contrapposizione vero/falso e nel secondo invece gli items presentano risposta multipla, entrambi sono basati sull’autovalutazione e si riferiscono all’ansia di tratto ovvero indagano sulle personali caratteristiche psicologiche del soggetto.
Nel 1982 Leher e Woolfolck hanno presentato lo SCBAI (Somatic, Cognitive, Behavioral Anxiety Inventory) focalizzata su quelli che gli autori reputano le principali componenti dell’ansia ovvero la componente somatica, la cognitiva e la comportamentale. I 36 items (rispettivamente 16, 11 e 9) sono misurati su 9 livelli a partenza da 0 che corrisponde a “mai” fino a 8 che corrisponde a “estremamente frequente”.

Altri due test, lo SPRAS (Sheehan Patient Rated Anxiety Scale) e lo SCRAS (Sheehan Clinician Rated Anxiety Scale) dell’autore Sheehan, sono costituiti dalla stessa scala di 35 items usate per l’auto e la etero-somministrazione, risultano particolarmente interessanti per la possibilità di verificare le differenze di valutazione dei sintomi tra il soggetto e lo psicologo/psichiatra nell’arco temporale di una settimana. Da sottolineare il fatto che la SPRAS può considerarsi formata da due parti: la prima mirata alla rilevazione di sintomi associati a disturbi d’ansia patologici mentre la seconda parte può essere riferita a fisiologiche risposte allo stress; inoltre il linguaggio usato è volutamente semplice per risultare comprensibile all’utente comune.

L’ultimo test che viene qui riportato è quello per l’autovalutazione di Zung: il test comprende 20 items tarati su quattro livelli di risposta, orientati alla misurazione dell’ansia di stato, legata cioè a particolari situazioni vissute in un determinato periodo. Un esempio degli items : Soffro di emicranie, mal di collo e di schiena, Respiro con facilità, Sento che va tutto bene e che non succederà niente di male, e così via. Abbiamo parlato di autovalutazione ma è chiaro che si tratta solo di un metodo per verificare il grado di un sintomo psicologico e comprendere se questo rientra nella normalità o se invece è la spia di un malessere più profondo. In tal caso l’orientamento più opportuno deve essere quello di consultare online l’elenco di psicologi che lavorano in tutta Italia e affidarsi con fiducia ad un professionista serio.

È necessario, infatti, non sottovalutare i segnali di disagio psicologico che potrebbero non soltanto strutturarsi in un disfunzionamento più grave ma che, anche ad un livello più ridotto, possono compromettere la qualità della vita. L’intervento di uno specialista è sicuramente d’aiuto per una precisa valutazione e per l’adozione di un intervento mirato ed efficace. Molte persone sono reticenti a rivolgersi allo psicologo come se l’esigenza di una consulenza equivalesse ad un’etichetta di pazzia. Al contrario, non bisogna spaventarsi all’idea di sottoporsi a tale tipo di cure e considerarlo un mezzo per conquistare un maggiore benessere.