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Gelso, il frutto dimenticato.
Riferendosi ai gelsi, ispirandosi al titolo di un bel romanzo di alcuni anni fa, si potrebbe benissimo parlare di frutti dimenticati, di quelle piante le cui origini si perdono nella Cina delle dinastie e che venivano utilizzate per la l’allevamento del baco da seta che va ghiotto delle sue foglie. Venne esportato in Europa intorno al 1500 d.C e sino all’affermarsi delle fibre sintetiche ha avuto un’enorme diffusione.
Ne esistono due varietà dalle numerose proprietà terapeutiche, curative e benefiche:
- gelso bianco: oggi giorno è pochissimo utilizzato a causa del suo sapore acidulo. Un tempo era considerato lassativo e grazie all’elevata percentuale di zuccheri (22%) diverse popolazioni asiatiche li usavano come edulcoranti o per ricavarne una bevanda alcolica per fermentazione. Ad ogni modo la sua coltivazione era legata all’allevamento del baco da seta.
- gelso nero: le more di gelso nero sono decisamente più dolci rispetto alle more di gelso bianco e vengono ancora oggi utilizzate per marmellate, gelatine, confetture, sorbetti, dolci ed acqueviti. Il gelso nero viene ancora oggi coltivati nel centro sud Italia ed in Sicilia per il consumo locale.
Oltre ad essere edibili come frutti, specialmente le more di gelso nero che sono molto utilizzate nella cucina siciliana, in erboristeria solitamente se ne utilizzano le foglie (proprietà antibiotiche) e la radice (proprietà espettoranti, depurative, lassative, rinfrescanti e toniche).
Le more di gelso trovano applicazione nella cosmesi naturale per maschere lenitive per pelli secche e lozioni idratanti.
Il gelso ha proprietà ipoglicemizzanti, ovvero aiuta ad abbassare la glicemia anche se non ci sono molti studi a sostenere questa tesi; la corteccia della radice essiccata di gelso nero, invece, ha proprietà lassative, purganti e tenifughe, ovvero coadiuva nell’allontanamento del verme solitario dall’intestino. Questi frutti, che abbiamo detto possono essere sia bianchi che neri, fanno parte della categoria delle moracee e vengono per questo anche chiamati “more di gelso“.
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Hanno delle proprietà terapeutiche naturali, in particolare la tipologia nera (anche dette morus nigra) contengono carbonato di calcio, rame, zinco, tannino, manganese, glucidi, aminoacidi. Una volta il succo di gelso veniva adoperato per fare i gargarismi in presenza di mal di gola, infezioni nelle vie respiratorie o rigonfiamenti della gola o in caso di tosse acuta o meno. Era anche considerata (e lo è ancora) una bevanda particolarmente dissetante.
Inoltre è anche astringente e può essere particolarmente utile in presenza di episodi di diarrea o infiammazione alle vie urinarie. In questo caso, la funzione più efficace viene fornita dalla foglia del gelso, usata in forma di decotto. Per le caratteristiche della pianta, è bene preparare un decotto con una manciata di foglie sminuzzate infuse in mezzo litro di acqua e consumarlo tre tazze al giorno: è un buon antibatterico, purificante, molto valido nella cura del diabete e di episodi di diarrea; con sciacqui e gargarismi, è utile contro le stomatiti e le afte alla bocca.
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