La coagulazione del sangue dipende dal fibrinogeno, una glicoproteina plasmatica. Ma quali sono i parametri di riferimento? E in quali casi i valori possono dirsi troppo bassi o troppo alti?
Indice rapido
Il fibrinogeno
Il fibrinogeno è sintetizzato dal fegato per favorire la coagulazione del sangue. Non lavora ovviamente da sola questa glicoproteina, ma rappresenta il substrato su cui la trombina agisce, favorendo la conversione del fattore I della coagulazione in fibrina. Può sembrare un meccanismo molto complicato, ma è davvero importante cercare di capire il ruolo di questo elemento nel nostro corpo.
Dal fibrinogeno dipende la capacità di coagulare del sangue e quindi di arrestare eventuali emorragie o di formare dei coaguli pericolosi per la salute. I parametri considerati normali si devono attesta tra i 150 e 400 mg/dl. Se troppo alti possono portare a malattie cardiovascolari importanti, come la trombosi, l’ictus, ma anche l’infarto, mentre livelli troppo bassi possono invece segnalare problemi al fegato o deficit che potrebbero predisporre gravi emorragie.
Ad aumentarne i valori potrebbero essere anche delle infiammazioni, come l’uso di contraccettivi orali, a seguito di un intervento chirurgico, la presenza di neoplasie, lo stato di post-menopausa e la gravidanza, mentre si posso abbassare a causa di un’intossicazione da fosforo, per un tumore o l’utilizzo di farmaci, come l’eparina.
Per misurarne i valori è sufficiente un esame del sangue. Va fatto dopo un digiuno di almeno 8 ore, durante cui è ammessa l’assunzione di una modica quantità di acqua. Occorre essere in posizione eretta da almeno 30 minuti.
Fibrinogeno in gravidanza: i valori di riferimento e cosa fare se è alto o basso
Il fibrinogeno alto o basso in gravidanza cosa indica? E come bisognerebbe agire per ristabilire i normali valori? In primo luogo, va detto che il valore del fibrinogeno – durante la gravidanza – tende a “salire” in maniera fisiologica. Il fibrinogeno è una sostanza che interviene durante il processo di coagulazione del sangue e viene sintetizzato dal fegato. I valori di riferimento di tale sostanza vanno da 200 a 400 mg/dl, ed un eventuale innalzamento o abbassamento di questi valori, può essere collegato a diverse cause.
In linea generale, i livelli del fibrinogeno nel sangue tendono ad alzarsi nel corso di stati infiammatori, a causa delle ustioni, in presenza di linfomi, nelle nefrosi e a causa dell’utilizzo di alcuni contraccettivi; oppure – come dicevo – può aumentare durante il periodo della gravidanza. In questo caso, un innalzamento fisiologico è dunque normale (i livelli “normali” sono di circa 700 mg/dl), ma i suoi valori vanno comunque tenuti sotto controllo durante il periodo della gestazione.
Fibrinogeno alto, quando preoccuparsi
Nel caso in cui il livello di fibrinogeno dovesse risultare ancor più alto del normale però, andrebbe consultato il medico specialista, che vi prescriverà ulteriori analisi specifiche e saprà identificare i rimedi più indicati per riportare i valori alla normalità.
Fibrinogeno alto e vaccino covid
Nei casi di Covid-19 possono verificarsi situazioni di coagulopatia che sembrano essere associate ai livelli
normali o aumentati di fibrinogeno. Ciò è in contrasto con la coagulopatia intravascolare
disseminata (CID), caratterizzata appunto da bassi livelli di fibrinogeno, consumo di fattori di
coagulazione, grave trombocitopenia e sanguinamento con trombosi microvascolare.
In realtà i dati sulla natura della coagulopatia associata al Covid 19 sono ancora in fase di raccolta
e di studio, quindi si stanno eseguendo dei test nei pazienti ospedalizzati sui livelli di D-dimero, PT,
aPTT e fibrinogeno. Da evidenziare inoltre che l’INR non è sufficientemente sensibile per la
coagulopatia.
Fibrinogeno basso
Stesso discorso va fatto per una diminuzione della concentrazione di fibrinogeno in gravidanza. Un abbassamento di tale valore potrebbe essere attribuito patologie epatiche oppure a difetti congeniti nella sua sintesi, a un eccessivo consumo o ancora ad una coagulazione intravascolare disseminata.
In ogni caso, sarà il vostro medico specialista a rassicurarvi o – eventualmente – a indicare gli esami necessari e le opportune terapie.