Disturbi alimentari: un problema che ha radici profonde

I disturbi alimentari sono comportamenti patologici. Sono potenzialmente pericolosi e spesso vengono notati solo quando il problema ha raggiunto livelli di gravità preoccupante. A quel punto affrontarli e risolverli può diventare doloroso e complicato sia per chi ne è affetto sia per le persone che assistono, con grande senso di impotenza, alla sofferenza di una persona che, più o meno consapevolmente, tenta di controllare la coesione del proprio Sé, controllando il soddisfacimento di un bisogno primario per la sopravvivenza: il cibo. È molto importante conoscere i disturbi alimentari e le manifestazioni sintomatiche che ne indicano la presenza, proprio per poter intervenire tempestivamente ed evitare che la situazione degeneri.

 

Cosa sono i DCA, ossia i Disturbi del Comportamento Alimentare

I disturbi alimentari sono dei comportamenti patologici che si ripercuotono sulla nutrizione di chi ne soffre.

Si possono così classificare:

  • anoressia, ossia il rifiuto dell'alimentazione o di una cospicua quantità di alimenti considerati troppo calorici o non sani, che comporta un dimagrimento che può arrivare al deperimento fisico;
  • bulimia, cioè la necessità di ingerire grandi quantità di cibo fino a provocarsi, in alcuni casi, il rigetto dello stesso;
  • binge eating, che consiste nell'alternanza dei due comportamenti sovra citati, con possibili periodi di digiuno e intensa attività fisica alternati ad abbuffate compulsive.

Quando si parla di DCA, erroneamente, si tende ad abbinarli alla volontà di chi ne soffre di modificare il proprio aspetto fisico. Si pensa subito ai modelli di bellezza inarrivabili e sbagliati, alla voglia di diventare più belli, più magri, più corrispondenti ai canoni estetici del momento. Purtroppo questo è un discorso totalmente errato, in quanto le cause dei disturbi alimentari sono da ricercare a un livello molto più profondo e solo superficialmente sono riconducibili semplicemente all'immagine che lo specchio rimanda.

 

Età di insorgenza dei disordini dell'alimentazione

I disturbi del comportamento alimentare possono interessare persone di entrambi i sessi e di tutte le età. Tuttavia, l'incidenza maggiore la si ha nella fascia d'età adolescenziale. Le ragazze che si ammalano di DCA sono più numerose ma, soprattutto negli ultimi anni, sta crescendo anche il numero di ragazzi che si ritrovano a combattere contro questo mostro silenzioso che impedisce loro di alimentarsi correttamente e di godere del piacere del cibo e di tutti i suoi annessi, come la convivialità e la vita familiare.

 

Primi sintomi di un disturbo alimentare

Non sempre è facile, per un genitore, accorgersi tempestivamente che il proprio figlio sta entrando nel tunnel del disordini alimentari. Spesso i ragazzi sono molto attenti a non farsi scoprire e cercano di mantenere, in presenza dei genitori, un atteggiamento sereno e più normale possibile.

I campanelli d'allarme:

  • un cambiamento, a volte decisamente netto altre volte meno evidente, nei gusti e nelle abitudini alimentari. Ad esempio il ragazzo o la ragazza può iniziare a rifiutare un determinato alimento o un cibo che ha sempre gradito, può cominciare a trovare scuse per saltare un pasto, può inventare piccoli malesseri pur di nascondersi in camera sua al momento del pranzo o della cena;
  • cambiamenti a livello caratteriale che possono andare da uno stato di apatia e depressione, con mancanza di entusiasmo verso attività prima amate a un'eccessiva euforia e iperattività fino alla rabbia e alla frustrazione aggressiva;
  • cali di resa a scuola senza motivo apparente;
  • improvvisa ossessione per l'attività fisica, la pratica di sport soprattutto aerobici, la palestra.

Se si notano cambiamenti preoccupanti che includano questi atteggiamenti in un ragazzo o ragazza in età a rischio, quindi tra i 12 e i 18 anni, è sempre utile chiedere un consiglio a uno psicologo specializzato in queste problematiche. Uno specialista, infatti, sarà in grado di eseguire una diagnosi differenziale appropriata e stabilire se ci si trova, effettivamente, davanti a un DCA o se ci si trova semplicemente di fronte a una normale fase di crescita ed evoluzione. In Toscana ad esempio, effettuando una ricerca su web con le parole: psicologo Firenze si potrà trovare lo specialista in problematiche nutrizionali e dell'età evolutiva. Magari anche approfittando della possibilità di una consulenza a distanza in modalità di telemedicina, si potrà avere la certezza di essere in buone mani. Inoltre, un professionista potrebbe anche, se lo ritenesse necessario e utile, consigliare l'iscrizione a gruppi di sostegno per genitori di ragazzi con DCA o anche inserire lo stesso ragazzo in qualche progetto che si occupa di questi problemi così delicati, per la risoluzione dei quali anche il supporto di persone che stanno vivendo la stessa situazione può essere un buon aiuto. La Regione Toscana, molto attenta alla salute psicofisica dei più giovani, organizza spesso iniziative interessanti in questo senso.

 

Le cause dei disturbi alimentari

L'anoressia, la bulimia o il binge eating adolescenziale possono dipendere da vissuti relazionali infantili problematici o da traumi vissuti nella primissima infanzia, risvegliati da un evento scatenante, da una fase evolutiva o semplicemente da fattori ambientali non adeguati a permetterne il superamento definitivo. Spesso, i ragazzi e le ragazze che soffrono di disordini alimentari hanno dei vissuti problematici con uno o entrambi i genitori, hanno sperimentato sensazioni di non accettazione, abbandono, inadeguatezza o solitudine. Bisogna tenere presente che il vissuto del bambino può non corrispondere a quella che era l’intenzione consapevole del genitore, per questo il processo terapeutico non deve diventare un processo al genitore, ma deve essere caratterizzato da comprensione, elaborazione e perdono. Questo per dire che i genitori di un ragazzo o una ragazza con DCA non devono sentirsi in colpa per quanto sta accadendo al loro figlio o figlia ma è necessario che, insieme a loro, comprendano quando e come si è inceppato qualcosa, in modo da poterlo affrontare, metabolizzare e superare insieme.

 

L'importanza del supporto psicologico

Una persona affetta da DCA non va curata solo incentivandola a nutrirsi in maniera sufficiente, sana e corretta. In questo modo, infatti, è possibile curare il sintomo ma non la malattia che, se trascurata, tenderà a cronicizzarsi. Se in una prima fase può essere importante agire a livello comportamentale per arrivare ad un BMI adeguato, se non vengono prese in carico anche le problematiche primitive che hanno portato al disturbo, questo si cronicizzerà portando a condurre una vita incentrata intorno al pensiero del cibo e dell’immagine corporea. La caratteristica fondamentale del disturbo alimentare, che è la capacità di controllo su qualcosa di esterno, nell’illusione di controllare altro di intrapsichico, può prendere altre forme, socialmente accettabili, come la pratica di sport estremamente impegnativi e diete particolari come la dieta vegetariana o vegana. È, quindi, fondamentale impegnarsi in un percorso con uno psicologo, per aiutare chi è afflitto da questo problema a scandagliare a fondo le proprie emozioni e a trovare il coraggio di affrontare tutte le insicurezze e le paure che inducono a punirsi privandosi o abbuffandosi di cibo. In questo particolare momento inoltre non va dimenticato che la pandemia ha acuito in moltissime persone disagi che covavano da chissà quanto tempo. La paura per un evento potenzialmente mortale che è si è palesato all'improvviso, il lockdown e la mancanza di stimoli e socialità sono stati, per i ragazzi, prove difficilissime che, in molti casi, hanno lasciato strascichi importanti. Per molte persone sono venute a mancare le strategie che, fino a quel momento, erano servite a contenere fragilità interne pronte a palesarsi. È fondamentale non sottovalutare eventuali sintomi o modifiche negli atteggiamenti dei giovanissimi e, in caso si riscontrasse qualcosa di anomalo, non avere paura di chiedere prima possibile un consiglio.