Circoncisione, intervento chirurgico o metodi alternativi?

Come spesso accade, la nostra conoscenza rispetto a un argomento è, per quanto ci si possa informare, sempre limitata, e spesso filtrata da luoghi comuni. Un esempio è la pratica della circoncisione, che abbiamo imparato a conoscere nel 90% dei casi attraverso film e serie tv, spesso legata a personaggi di religione ebraica. Per queste persone è la prassi, visto che la circoncisione fa parte della legge ebraica. I neonati vanno circoncisi all’ottavo giorno di vita. Ciò nonostante, questa pratica non è diffusa solo tra gli ebrei, anzi. Si stima che circa un terzo degli uomini di tutto il mondo, circa due miliardi di individui, sono circoncisi. È diffusa molto nei paesi musulmani, negli Stati Uniti, nel Sud-Est asiatico e in Africa, dove spesso viene raccomandata per ragioni igienico-sanitarie. In Europa, America Latina, Sud Africa e buona parte dell’Asia, invece, è molto rara.

Oltre che per ragioni religiose, estetiche o tribali, la circoncisione è nei fatti un intervento chirurgico praticato in molti casi per natura esclusivamente medica. Ma in cosa consiste?

La circoncisione è l’asportazione chirurgica del prepuzio dal pene umano; un intervento molto semplice, consigliato per il trattamento di una patologia di cui soffrono moltissimi uomini: la fimosi, un restringimento dell’orifizio prepuziale che impedisce di scoprire completamente e autonomamente il glande.

Evitare intervento circoncisione

Anche se molto poco conosciuta, questa malattia colpisce molti uomini, spesso bambini, e può essere congenita, ovvero presente dalla nascita, o acquisita da adulti, generalmente in seguito a una grave infezione. Per quanto riguarda i più piccoli, è dimostrato che il 90% dei casi si risolve entro il quarto anno di età, senza ricorrere all’intervento chirurgico.

Nei casi più gravi, l’intervento di circoncisione è inevitabile. Quindi, è consigliabile una visita da uno specialista in urologia che possa prescrivere la terapia da seguire in attesa dell’operazione. La fimosi non va sottovalutata mai, perché con il passare del tempo la situazione può peggiore, causando danni ingenti. Quindi, superate l’iniziale timidezza e l’imbarazzo e rivolgetevi a un medico.

Quando la fimosi è ancora in uno stadio iniziale, è possibile seguire una terapia a base di farmaci e pomate da applicare direttamente sulla zona interessata.

In entrambi i casi, la fimosi è una patologia che può essere curata e superata, ma colpendo la zona genitale può avere delle ripercussioni gravi, in particolare da un punto di vista psicologico, almeno nei maschi adulti. In effetti, pur conservando tutte le funzionalità sessuali intatte, salvo casi gravissimi, l’approccio con persone dell’altro sesso può risultare difficoltoso, e imbarazzante.

Come avviene l’intervento chirurgico in caso di fimosi grave?

L’operazione di individui adulti viene svolta in day hospital, in anestesia locale, quindi non è necessario il ricovero. Dopo l’asportazione, attraverso la circoncisione, del prepuzio contenente l’anello cicatriziale anelastico, vengono applicati dei punti che si riassorbono entro due/quattro settimane. È molto importante fare attenzione con le medicazioni, essendo una zona molto delicata. Infatti, anche se è possibile da subito camminare e guidare la macchina, è consigliato un periodo di riposo per evitare l’insorgere di infezioni. Per quanto riguarda l’attività sessuale, dopo circa un mese è possibile riprendere senza particolari disagi.

Laddove possibile, però, esiste una soluzione meno invasiva che consente la cura della fimosi senza ricorrere alla circoncisione. Esistono dei dispositivi medici, chiamati tuboidi, che, applicati sul glande, comportano una progressiva dilatazione dell’anello cicatriziale fino a riportarlo alla sua naturale posizione. Quando si acquistano questi dispositivi, nella confezione sono presenti tuboidi di diversa dimensione, in modo che possano essere indossati senza forzare troppo il lume. Man mano che si avanza nel trattamento, vanno applicati i tuboidi di dimensione maggiore.

Prima di stabilire l’entità del problema e la possibile soluzione, è ovviamente necessario affidarsi ad uno specialista che possa indicare la giusta terapia da seguire.