La Tecnica Chirurgica Percutanea Mininvasiva del piede è  nata Trenta anni fa negli Stati Uniti ed è stata introdotta in Europa dallo Spagnolo Mariano De Prado, arrivando fino in Italia nel 1999, quando il Dottor Andrea Bianchi iniziò  ad operare con questo metodo, generando una vera scuola di entusiasti e ottenendo buoni risultati sotto il profilo estetico e funzionale.
Chiamata anche con il nome di M.I.S. (Minimal Incision Surgery) prevede l’utilizzo di frese particolari per eseguire osteotomie (tagli dell’osso) senza fare incisioni ma solo un foro sulla pelle.
Tale tecnica può essere realizzata da un chirurgo ortopedico specializzato in chirurgia del piede, in anestesia locale, attraverso piccole incisioni con l’utilizzo di strumenti chirurgici designati.
Indice rapido
Patologie del piede trattate
La patologia più comunemente trattata con tale tecnica è l’alluce valgo, caratterizzato dalla deformazione dell’alluce che risulta deviato verso l’interno del piede causando una tumefazione alla testa del primo metatarso.
In realtà  però è una tecnica operativa molto versatile che trova applicazione nel trattamento di principali deformità  dell’avampiede, quali il dito a martello, la clinodattilia, l’occhio di pernice, il 5° dito varo. Con questa tecnica è trattata agevolmente anche la metatarsalgia, espressione di un sovraccarico plantare doloroso.
La chirurgia percutanea non può essere considerata una chirurgia minore, poichè vengono effettuati gesti chirurgici analoghi a quelli delle tecniche aperte.
Per questo motivo la tecnica deve essere eseguita da chirurghi del piede esperti sia in chirurgia tradizionale che percutanea.
E’ importante precisare che la tecnica percutanea mininvasiva ha indicazioni precise alle quali l’ortopedico specialista deve attenersi per avere buoni risultati. La scelta del tipo di intervento verrà  decisa in sede di visita tenendo conto di diversi parametri quali l’età  , il dolore, il grado di deformità   e le aspettative del paziente dopo l’intervento.
Vantaggi della tecnica percutanea mininvasiva
Gli aspetti vantaggiosi di tale tecnica sono molteplici e si individuano precisamente nelle modalità  di esecuzione e nella strategia operatoria.
La chirurgia percutanea mininvasiva include tempi chirurgici e tempi di recupero ridottissimi e un post-operatorio poco doloroso rispetto alla chirurgia tradizionale: l’intervento può essere eseguito in Day Hospital e prevede un’anestesia locale che permette una ripresa più rapida dopo la deambulazione, un numero minimo di complicanze post operatorie, fino ad arrivare ad un vantaggio estetico elevato grazie ad incisioni cutanee minime.
Decorso post operatorio
Dopo l’applicazione di un adeguato bendaggio, il decorso prevede l’introduzione di una scarpetta post operatoria a suola piatta, il paziente può  rapidamente rientrare a casa in appoggio completo sul piede operato. I dolori post operatori sono minimi e gestibili con comuni antidolorifici. Nei primi giorni dopo l’intervento al paziente si consiglia un’attività  fisica minima, alternando brevi camminate in ambiente domestico, a lunghi momenti di riposo per accelerare la guarigione.
Con questa scarpetta, indossata per circa sei settimane, il paziente può deambulare senza grossi problemi. Al termine di questo periodo viene eseguito un controllo clinico e radiografico che in genere permette di autorizzare l’utilizzo di una calzatura normale.