Bach: i trentotto fiori che curano l’anima

Bach: i trentotto fiori che curano l’anima

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bachI fiori di Bach, o rimedi floreali di Bach, sono una cura alternativa basata sulla floriterapia ideata dal medico britannico Edward Bach (1886 – 1936). Alla base della floriterapia di Bach c’è il principio secondo il quale nella cura di una persona devono essere prese in considerazione soltanto le sue emozioni e la sua personalità, le quali determinerebbero certi sintomi fisici. Il singolo fiore, che si assume sotto forma di gocce, sarebbe in grado di avviare il processo di trasformazione dell’emozione negativa in positiva, facendo sparire il sintomo, che non è altro che il disturbo finale di un disagio originatosi a un livello molto più profondo. Se è vero che ripetute ricerche mediche e scientifiche non hanno dimostrato alcun effetto terapeutico di questa terapia, se non quello autosuggestivo, l’effetto placebo, è vero anche che sono tante le persone che vi si rivolgono con fiducia e con costanza nel tempo. Anche perché i Fiori non hanno controindicazioni.

Chi fosse appassionato dell’argomento può leggere «Medicina umanistica» di Michele Iannelli e Paolo Montero (Nuova Ipsa), due medici chirurghi, omeopati, uno anche psicoterapeuta e l’altro neurologo e fisiatra. Cercando di riflettere e superare i limiti del modello bio-medico corrente e a preponderanza tecnica, i due autori hanno trovato molte soddisfazioni nei Fiori di Bach, in particolare dopo «la scoperta e la verifica della straordinaria modernità» del pensiero dello studioso, di cui analizzano la vita e l’opera nelle affascinanti pagine iniziali. Bach è antesignano dei moderni concetti di Salutogenesi, di auto-guarigione e della necessità di utilizzare la vita e la malattia come un’occasione di espansione della consapevolezza.

Il suo metodo di cura si lega infatti profondamente al riconoscere del paziente (anche con l’aiuto del medico) il momento psicologico, fisico, esistenziale che sta attraversando. Così, nella seconda parte del libro, come in un manuale di autoconoscenza, Iannelli e Montenero affrontano i 38 rimedi di Bach legandoli al mondo interiore e al vissuto del paziente. «Nel curare i vari casi con questi rimedi – ha scritto lo stesso Bach – non si prenda in considerazione la natura della malattia. Viene curato l’individuo e, con il miglioramento delle sue condizioni, anche la malattia è sconfitta, eliminata dall’aumento di benessere. Tutti sanno che la stessa malattia può presentare effetti diversi in persone diverse. Sono questi effetti che devono essere curati, perché ci portano alla causa reale».

Fonte:La Prealpina

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