In inverno rinfranca il corpo e lo spirito, in estate disseta e regola la pressione. Aiuta contro le infiammazioni, non contiene caffeina né teina, combatte le infezioni, rinforza il sistema immunitario: l’elisir di lunga vita? No, stiamo parlando del karkadè. Questa bevanda, il cui consumo è parte delle tradizioni africane, un tempo era anche nota come “tè dell’Abissinia o degli italiani”, per via del prezzo notevolmente più basso rispetto al tè vero nel periodo delle colonie italiane in Eritrea. Ma cos’è il karkadè e quali sono le sue tantissime proprietà? Scopriamolo insieme.
Indice rapido
Come nasce il karkadè
Il nome “karkadè” viene dal dialetto etiope tacruri Karkadeb, che corrisponde al modo in cui le popolazioni locali chiamano la pianta da cui si ricava la bevanda, e cioè l’ibisco (Hibiscus Sabdariffa). I suoi fiori sono bellissimi, rossi e dai petali molto allungati, simili ad un giglio. Appartenente alla famiglia delle malvacee, l’ibisco cresce per lo più nei climi caldi africani o caraibici (ma lo si trova anche in Asia, soprattutto in Malesia e Tailandia) ed è un concentrato di salute per l’organismo umano. Numerose sono infatti le sue proprietà, soprattutto quando assunto sotto forma di infusione in acqua dei calici essiccati, dando vita al karkadè, appunto. Bevuto sia caldo che freddo, il gusto asprigno e vagamente acidulo di questa bevanda ricorda gli agrumi e i mirtilli, mentre i suoi benefici sono davvero numerosi.
Tutte le proprietà di un infuso straordinario
La prima cosa che colpisce chi non ha mai bevuto karkadè è il suo colore: un rosso intenso e brillante, che ricorda i rubini. Tale sfumatura non è affatto dovuta a qualche colorante artificiale, bensì all’alta concentrazione di antiossidanti sottoforma di antociani, i quali non a caso sono presenti anche nel vino rosso. Gli antociani si uniscono a flavonoidi, steroli vegetali e tannini, così da rendere questa bevanda quasi un elisir di giovinezza. È noto infatti come gli antiossidanti contribuiscano all’eliminazione dello stress ossidativo delle cellule e dei radicali liberi, con un conseguente beneficio sulla pelle, sugli organi interni e sul sistema immunitario. Il potenziamento del sistema immunitario viene conferito inoltre dalla massiccia presenza, nel karkadè, di vitamine come la A, la C e la D, mentre i sali minerali come il potassio e il magnesio aiutano contro la stanche zza e il senso di fiacchezza tipico della stagione estiva. Ma il karkadè, essendo ricavato da una malvacea, presenta anche tutte le caratteristiche antinfiammatorie di questa famiglia di piante: ed infatti esso viene consigliato anche in caso di infiammazioni del tratto urinario, fragilità capillare, cattiva digestione. Da non sottovalutare neppure le sue virtù depurative, dovute alle pectine (o mucillagini) presenti nei calici dell’ibisco e trasferiti nell’infuso: ecco perché quest’ultimo si rivela particolarmente efficace nel combattere la stipsi e le infiammazioni respiratorie. Poche le controindicazioni: sarebbe preferibile non assumerlo se si soffre di pressione bassa o di problemi intestinali come coliti. In ogni caso meglio non superare le tre tazze al giorno.
Alcune curiosità sui suoi impieghi
Ottimo da bere (sia caldo che freddo, dopo un’infusione di 5-8 minuti e dolcificato con miele integrale, per fare il pieno di antiossidanti), forse non tutti sanno che – oltre a fungere da “base” a tutti gli infusi di frutta acquistabili in negozi specializzati ed e-commerce di tisane – il karkadè si presta anche ad altri usi. Si rivela perfetto, ad esempio, come tonico lenitivo per la pelle sensibile, contribuendo a rinforzare i capillari sanguigni, ed è un ottimo alleato della bellezza dei capelli. L’ultimo risciacquo dopo lo shampoo con infuso di karkadè, infatti, dona alla chioma una lucentezza mai vista prima. Provare per credere!