Odontoiatria indolore: metodi per non soffrire dal dentista

La paura del dentista è ancestrale e quando si tratta di curare i propri denti – nonostante il dolore – spesso si fa fatica persino a trovare un dentista a Roma, pur di convincersi che in fondo non serve. Eppure è scientificamente provato che con la sedazione cosciente – un “livello” di sedazione più elevato rispetto all’anestesia locale – si possono curare i denti senza provare alcuna sofferenza, restando vigili, riducendo l’ansia, lo stress, i tempi di recupero e di conseguenza il numero di appuntamenti e i costi finali.

Cos’è la sedazione cosciente?

I pazienti con gravi fobie o particolarmente sensibili al dolore fisico possono farsi curare i denti senza dolore e senza ansia rivolgendosi a dentisti specializzati e che abbiano un anestesista interno che sappia applicare la sedazione cosciente (mentre l’anestesia locale può essere eseguita dal dentista stesso, la sedazione necessita un professionista).

Esistono tre tipi di sedazione a seconda del grado di intervento da fare e della sensibilità del paziente:

  • La sedazione cosciente o vigile;

  • La sedazione profonda;

  • L’anestesia generale.

Le ultime due forme di sedazione sono molto importanti e usate raramente in odontoiatria, per cui è consigliata la solo sedazione cosciente che a sua volta può essere fatta tramite:

  • Protossido d’azoto o gas esilarante (non ha controindicazioni per i bambini)

  • Ansiolitici (come i farmaci a base di benzodiazepine che riducono notevolmente stress e ansia).

Le forme di sedazione cosciente

In odontoiatria la sedazione cosciente si effettua con il protossido di azoto o tramite somministrazione di farmaci tranquillanti minori.

La sedazione con protossido di azoto viene eseguita con un apparecchio speciale che eroga una miscela di azoto e ossigeno e che il paziente respira attraverso una mascherina appoggiata sul naso. Gli effetti sono immediati, in quanto subentra subito un piacevole stato di benessere e di rilassamento, nonché una leggera euforia. Il paziente resta sempre sveglio e collaborante con il dentista. Questa forma di anestesia non ha controindicazioni, non causa allergie e dopo il trattamento si può anche guidare un mezzo e uscire dall’ambulatorio senza dover essere accompagnati. In concomitanza con questo tipo di sedazione, si può utilizzare la normale anestesia locale. Al termine della seduta, si somministra al paziente ossigeno puro per qualche minuto fino a far scomparire completamente l’effetto del gas. Il metodo non è tossico, in quanto il gas non viene metabolizzato e il paziente affronta meglio psicologicamente le sedute successive se necessario in quanto ha provato leggerezza, nessuna tensione, il tempo sembra scorrere più velocemente, il gas induce piacevoli pensieri e soprattutto nessun dolore anche post-intervento. Questa forma di sedazione – consigliata anche ai bambini – è indicata per la cura delle carie, l’igiene, le protesi, le cure canalari, le estrazioni, le terapie gengivali e i casi semplici di implantologia.

La sedazione con protossido di azoto è sconsigliata nei casi di gravidanza entro i primi tre mesi, pazienti in cura antidepressiva, tossicodipendenti, pazienti con gravi malattie mentali.

La sedazione con farmaci tranquillanti prevede la somministrazione di ansiolitici comuni usati per il trattamento dell’ansia e dell’insonnia da parte di uno specialista anestesista, in grado di graduare la dose in base alle reali condizioni del paziente. La sedazione farmacologica – sebbene sia sicura – viene utilizzata solo nei casi di terapie più complesse, nei pazienti anziani, cardiopatici, diabetici o ipertesi. Il paziente viene sedato pur restando sveglio e in grado di collaborare durante la seduta. In concomitanza si può utilizzare l’anestesia locale. Tra gli effetti della sedazione con tranquillanti, oltre alla riduzione della paura e del dolore, si percepisce un effetto di amnesia relativo alla seduta che rende il ricordo dell’esperienza dal dentista meno stressante. Al termine della seduta, l’unico inconveniente per il paziente è quello di non poter guidare un mezzo e di aver bisogno, dunque, di un accompagnatore.