Le api muoiono: di chi la colpa?
Le api muoiono: di chi la colpa?
Una premessa: pare essere una solenne bufala che Einstein pronunciò la frase “se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”. Resta il fatto che se le api venissero a mancare, per l’uomo e non solo per lui sarebbero davvero cavoli amari. …
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Le api muoiono: di chi la colpa?
Una premessa: pare essere una solenne bufala che Einstein pronunciò la frase “se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”. Resta il fatto che se le api venissero a mancare, per l’uomo e non solo per lui sarebbero davvero cavoli amari. Già adesso in alcune zone d’Europa le popolazioni di api sono diminuite drasticamente, persino del 70%, e negli Stati Uniti si calcola mediamente del 40 per cento.
Se si tiene conto che da questi insetti dipende più del 70 per cento dell’impollinazione delle specie vegetali e che l’impollinazione delle api genera un mercato di circa 256 miliardi di euro ogni anno, si fa presto a capire il danno che l’uomo sta patendo e che patirà se le api diminuissero ancora.
È per questo che nel corso della settimana internazionale contro i pesticidi (che ha peraltro avuto scarsa risonanza), il 26 marzo scorso, il Consorzio Nazionale Apicoltori (Conapi) ha lanciato la campagna Bee Active, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’utilizzo massiccio di pesticidi, da molti ritenuto una delle cause principali, se non la principale, della diminuzione delle popolazioni di api.
Del resto, conferma del fatto che proprio i pesticidi, o per lo meno alcuni di essi, possano essere mortali per le api, verrebbe dal bando europeo salva-api, che vieta per due anni l’utilizzo di tre pesticidi neonicotinoidi. Bando attivo dal 1° dicembre 2013 e contro il quale i due giganti della chimica Syngenta e Bayer hanno già fatto ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Peraltro, che qualcosa di “poco pulito” ci sia in questi prodotti, sembra emergere anche dall’inchiesta condotta dal pm Raffaele Guariniello della Procura di Torino, che ha accusato due multinazionali di “diffusione di malattie degli animali pericolose per il patrimonio zootecnico e per l’economia nazionale”.
Intanto, il mondo della scienza medica sta studiando anche gli effetti negativi sull’uomo, in particolare nei primi mesi di vita, o addirittura sui feti, che l’esposizione ai neonicotinoidi potrebbe avere. Della serie: le api muoiono, ma anche l’uomo non se la passa tanto bene.
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