La sensibilità ambientale non è più solo una questione di moda o di scelte personali, ma è sempre più frequentemente una necessità se si desidera preservare a lungo il pianeta. Per quanto possa sembrare assurdo, anche il funerale “tradizionale” ha un forte impatto ambientale: alcune stime indicano che per la realizzazione di bare in legno zincate tradizionali viene abbattuto ogni minuto il corrispettivo di un campo di calcio di foresta primaria. Il marmo delle lapidi non è bio-degradabile e i processi di estrazione e trasporto sono inquinanti. Le stesse bare, in fase di cremazione, richiedono più carburante per essere ridotte in cenere. La formaldeide, utilizzata per il trattamento dei cadaveri, è inquinate e tossica. Per tutte queste ragioni e altro ancora, da tempo in Gran Bretagna sono nate delle vere e proprie agenzie funebri totalmente rivolte all’eco-compatibilià nella cura di ogni fase del funerale. Non solo, da anni a Londra si svolge la London Green Funeral Exhibition, una fiera interamente dedicata a soluzioni ecologiche per il funerale. Inoltre, già dal 1995, è entrato in funzione il cimitero ecocompatibile dove le lapidi sono sostituite da alberi con una placca in legno con inciso il nome del defunto. I cimiteri ecocompatibili sono presenti anche negli Stati Uniti e la Green Burial Council statunitense ne ha approvati 40 nel 2016. Infine, l’azienda londinese Natural Death Center ha stilato un vero e proprio manuale contenente le regole verdi del funerale ecologico.
Urne cinerarie e cremazione bio
La cremazione a Roma – città nella quale l’incremento della pratica crematoria è più in aumento rispetto al resto d’Italia – prevede l’applicazione delle regole standard nel rispetto delle normative vigenti, ma nel mondo anglosassone chi opta per un funerale ecologico, non lascia nulla al caso. I processi di imbalsamazione o la combustione dei corpi prevede l’impiego esclusivo di materiali bio-degradabili, come per esempio l’utilizzo del ghiaccio secco al posto della formaldeide.
I vestiti, le scarpe, le bare, i rivestimenti delle bare, le urne cinerarie sono prodotti con materie rigorosamente biodegradabili entro tre mesi o massimo due anni.
Alla fiera di Londra sui funerali ecologici sono state presentate soluzioni alternative in tutti i sensi:
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Bare di bambù; alghe, pino e vimini;
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Bare con foglie di banana;
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Bare con carta e cartone pressato 100% riciclabile;
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Utilizzo di pigmenti e leganti organici;
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Bare in lana e cotone o in iuta su supporti in legno certificato;
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Sudari in lana.
Un’urna cineraria standard ed ecologica si compone di vetro o legno, mentre una bara con foglie di banano staccatesi naturalmente dall’albero si compone di un poggiatesta in bambù, fodera di panno, sudario in cotone. Ciascuno dei questi elementi impiega dai sei mesi ai due anni per decomporsi.
Tra le aziende più innovative nel settore ci sono la EcoCoffins (USA) e la Native Woodland (Gran Bretagna), tra le più originali, invece, si cita l’olandese Ibis, la quale alla fiera ha proposte fioriere e librerie in legno sostenibile che possono essere convertite in bare ecologiche all’occorrenza. La soluzione ideale per chi ha vissuto coerentemente una vita total green.