L’Italia arriva sul podio del Green economy index insieme all’Austria e alla Svezia. Un terzo posto combattuto soprattutto con le armi dell’efficienza energetica, mentre l’Austria e la Svezia, riescono a scalare al classifica anche grazie alle altissime quote di energia rinnnovabile sui consumi elettrici che derivano dalle risorse naturali dei due paesi.
I paesi dell’Europa che si posizionano meglio sono distribuiti fra il sud-ovest e il nord-est mentre la parte centrale, compresi la Germania e la Francia,si contraddistinguono per un livello più modesto di green economy.
Il panorama della green economy che emerge dallo studio è quindi variegato e trasversale, con sbalzi notevoli, anche all’interno dello stesso Paese, tra i vari settori presi in considerazione: rifiuti, energia, emissioni, organizzazione e produzione, trasporti, protezione ambientale, edifici e biologico.
La Germania, ad esempio, si posiziona al sedicesimo posto, malgrado la sua leadership indiscussa nella racccolta differenziata e nella gestione dei rifiuti, per colpa di una serie di risultati negativi in altre aree, come gli elevati consumi energetici delle famiglie, l’estensione delle aree costruite, l’elevata incidenza di utilizzo dell’auto o le emissioni medie di CO2 per le nuove auto immatricolate.
La Francia la segue un posto dietro, malgrao le ridotte emissioni del suo sistema elettrico, per il basso livello di certificazione ambientale delle sue aziende per la rilevante generazioe di rifiuti pro capite e per l’incidenza dell’utilizzo dell’auto nei trasporti.
Il Regno Unito è fra i paesi di livello medio, grazie alla buona efficienza energetica del suo sistema industriale e ai buoni livelli di spesa per la protezione ambientale, controbilanciati però da una quota molto ridotta di energia rinnovabile sulla produzione elettrica.
La Spagna è al settimo posto soprattutto per la quantità minima di polveri sottili emesse per abitante e per i bassi consumi energetici.
L’Italia ha raggiunto un buon risultato per l’efficienza energetica anche se i risultati non sono gli stessi nell’Italia settentrionale e meridionale.
La green economy crea anche nuove possibilità di lavoro: in un periodo di crisi economica e piena di recessione, non manca la richiesta di figure professionali legate al riutilizzo dei materiali, al taglio degli sprechi e all’efficienza energetica.
Tra i settori più promettenti della green economy c’è quello dell’efficienza energetica che spazia dalla buo-edilizia fino alle energie rinnovabili. In questo contesto le figure professionali ricercate sono i professionisti dell’edilizia verde, progettisti, installatori e rivenditori di impianti fotovoltaici, ingegneri e supervisori di turbine eoliche e ricercatori da inserire nel settore dei biocarburanti e della mobilità sostenibile.