Nel contesto alquanto complesso della diagnostica e della prevenzione, gli esami possono essere di primo, di secondo o di terzo livello. Si pensi, per esempio, alle ecografie, alle risonanze magnetiche, alle Tac e alla Pet. Per arrivare a una diagnosi, infatti, si inizia dalla metodica più facile per passare in seguito alle tecniche più elaborate. L’ecografia corrisponde, appunto, alla tecnica caratterizzata da un livello di semplicità più elevato, in quanto si tratta di un esame non invasivo. Nel corso di un’ecografia, il paziente non entra in contatto con raggi pericolosi, e questo è il motivo per il quale essa viene sfruttata per esaminare le donne in gravidanza.
Indice rapido
Il presente e il futuro delle ecografie
Presso il Centro Medico Rocca (poliambulatorio Piacenza), specializzato in diagnostica strumentale, l’ecografia si rivela poco costosa e, al tempo stesso, semplice da somministrare. Sono proprio queste due le peculiarità principali di quello che può essere considerato come l’esame di base per antonomasia. Per altro, la ricerca promette sviluppi importanti da questo punto di vista, per di più in un avvenire non troppo distante. Le ecografie, infatti, stanno andando incontro a un percorso evolutivo significativo, complice il ricorso al liquido di contrasto che offre la possibilità di eseguire diagnosi contraddistinte da un grado di complessità superiore al passato. La dimostrazione più evidente si ritrova nell’ecografia con mezzo di contrasto che viene adottata per&n bsp;diagnosticare il cancro al colon, grazie a cui i pazienti evitano effetti potenzialmente dannosi e beneficiano di un metodo di indagine alquanto veloce.
Oltre l’ecografia
Se le ecografie rappresentano il primo livello degli esami che possono essere effettuati in un poliambulatorio, il secondo livello riguarda la risonanza magnetica e la Tac, vale a dire la tomografia assiale computerizzata, che dipende dalle radiografie. Proprio per questo motivo è necessario evitare una esposizione a lungo termine, che rischia di rivelarsi pericolosa per il paziente. La Tac viene eseguita al secondo livello di diagnosi solo quando non si può fare altrimenti. Non sono previste radiografie, invece, con la risonanza magnetica, che però viene chiamata in causa solo dopo che la Tac è stata effettuata. Se, per esempio, si è in presenza di un soggetto con ischemia cerebrale, l’emorragia può essere osservata con la Tac, mentre la risonanza magnetica serve a verificare se è avvenuta anche una lesione a livello del cervello.
La Pet
Infine, il terzo livello coinvolge la Pet, che consiste nella tomografia a emissione di positroni – o positron emission tomography, per usare la relativa espressione in lingua inglese -. Va detto che questa tecnica diagnostica è, per il momento, in fase sperimentale. Solo i grandi ospedali vi ricorrono anche perché si tratta di un esame abbastanza oneroso dal punto di vista economico. La speranza è che la Pet possa diffondersi ovunque, dal momento che compie un passo in più rispetto alle Tac e alle risonanze: queste permettono di ottenere delle immagini delle aree che vengono indagate, mentre con la tomografia a emissione di positroni si ha la possibilità di rilevare l’attività delle cellule di qui si sta studiando la morfologia. In parole semplici, nel momento in cui si accerta il funzionamento di una cellula si ha la possibilità di differenziare le attività delle cellule
sane da quelle delle cellule oncologiche.
Tra presente e futuro
Proprio il campo oncologico è quello in cui la Pet viene impiegata più di frequente, sia per indagare in logo lo stato evolutivo della lesione oncologica, sia per verificare possibili ripetizioni a distanza. Quel che è certo è che ognuno degli esami di cui si è parlato fino ad ora permetterà , in un futuro non troppo lontano, di arrivare a diagnosi più precise, anche in una prospettiva di prevenzione.