Gli animali domestici sono essere mortali che, nella migliore delle ipotesi, muoiono di vecchiaia, ma spesso succede che, in seguito ad una grave malattia, il padrone sia costretto a dover prendere una decisione difficile: ricorrere all’eutanasia veterinaria che è una pratica di soppressione riconosciuta dall’art. 34 del codice deontologico dei veterinari. Dopo la morte, sarà necessario valutare anche l’ipotesi della cremazione dei gatti o dei cani per determinare la collocazione del corpo dell’animale (per informazioni sulla cremazione degli animali, consulta il link: . Per le pratiche è bene rivolgersi al proprio veterinario o ad agenzie funebri che si occupano delle esequie umane e animali (Cattolica San Lorenzo). Ma come avviene l’eutanasia felina e quando si ritiene necessario ricorrere alla soppressione?
Indice rapido
Quando e come ricorrere all’eutanasia felina
Secondo il codice deontologico dei veterinari, l’eutanasia può essere “prescritta” solo ed esclusivamente dal medico veterinario in presenza di una malattia incurabile e per evitare all’animale in cura qualsiasi ulteriore sofferenza psico-fisica. È responsabilità etica e morale del veterinario garantire – qualora si decida per l’interruzione della vita animale – il massimo rispetto per l’animale al fine di ridurre o annullare dolore e stress. Il metodo da adottare – salvo casi di urgenza – deve comportare:
- Una perdita di conoscenza immediata seguita da una “dolce” morte;
- L’impiego di anestesia generale profonda seguita da iniezione di farmaci che arrechino una morte certa e inequivocabile.
La legge vieta l’impiego di qualsiasi tipo di droga o veleno di cui non si può controllare il dosaggio al fine di ottenere i suddetti effetti (art. 11 della Convenzione Europea degli animali da compagnia – Strasburgo 1987). L’eutanasia degli animali non è soggetta ad altri vincoli legislativi come nel caso degli esseri umani.
Dopo aver tentato ogni possibile cura senza successo, il veterinario è l’unico in grado di poter suggerire la soppressione. Ulteriori casi in cui optare per l’eutanasia felina ricorrono quando:
- il gatto non riesce più a muoversi o reggersi sulle zampe;
- non mangia né beve;
- non respira bene ed è incontinente;
- ha forti dolori e sofferenze che non si riesce ad alleviare.
Come si svolge l’eutanasia animale
La scelta dell’eutanasia è psicologicamente molto difficile per il padrone e richiede determinazione e molta forza. Il procedimento può essere svolto sia a casa che nello studio veterinario, ma è meglio che si svolga in ambulatorio. È possibile assistere per restare fino all’ultimo istante vicini al proprio animale, ma se il proprietario è troppo sconvolto ed emotivamente provato è meglio che non assista perché il gatto percepisce il suo malessere, si inquieta e soffre di più.
Il veterinario provvede prima a sedare profondamente l’animale con un narcotico, poi, somministra una dose letale di farmaco in via endovenosa. L’animale non si rende conto di nulla, non soffre e non prova dolore, ma perde coscienza fino a quando il battito cardiaco e il respiro cessino del tutto. Nell’eutanasia felina è probabile che si percepiscano piccoli movimenti involontari dei muscoli, gli occhi restano aperti, i denti digrignano, spesso a decesso avvenuto, i muscoli si rilassano e il corpo rilascia feci o urina in modo del tutto involontario. Per il proprietario che decide di assistere, può essere un momento molto cruento e doloroso per cui è bene sapere a cosa si va incontro.
Il costo dell’eutanasia comprende la visita veterinaria, il farmaco utilizzato e la tassa obbligatoria per l’inceneritore.