Molte persone si presentano dallo psicologo lamentando difficoltà nel vivere se stessi in relazione con gli altri, in particolare con il proprio partner. Durante questi colloqui psicologici emerge spesso che “molti aspetti dei loro scambi relazionali sono fortemente influenzati da stati d'ansia che non vengono riconosciuti” spiega il Dott. Cosimo Santi, Psicologo Firenze.
Queste osservazioni, da sempre sostenute dal pensiero psicoanalitico, sono state verificate da ricerche sperimentali.
Recenti studi hanno infatti dimostrato che le persone con “attaccamento ansioso” sono predisposte a una lunga serie di fallimenti relazionali.
Secondo i ricercatori la capacità di regolare le emozioni e di soddisfare i bisogni di base si sviluppa nella prima infanzia, nel corso delle dinamiche di attaccamento verso i propri genitori. Gli scambi emotivi che caratterizzano un rapporto di “attaccamento sicuro” implicano che l'adulto sappia reagire in maniera pronta ed adeguata alle richieste emotive del piccolo. In questo modo vengono amplificati gli stati emozionali positivi e facilitato il controllo di quelli negativi.
Al contrario, se la relazione di attaccamento è problematica, il bambino non interiorizzerà la fiducia di base verso gli altri e manifesterà forti stati d'ansia.
I risultati della ricerca mettono in chiaro che le prime relazioni di attaccamento avrebbero un ruolo fondamentale nell'instaurare e nell'influenzare i rapporti di coppia maturi.
Vediamo in che modo una persona con problemi d'ansia potrebbe vivere una relazione di coppia.
Le persone che soffrono di stati d'ansia si preoccupano e rimuginano costantemente circa la possibilità di essere rifiutati ed abbandonati dal partner. Questo li porta a ricercare intensamente sostegno, vicinanza emotiva e rassicurazione. A tal fine, tendono a controllare intensamente il partner in cerca di segnali di mancanza o diminuzione dell'amore nei loro confronti, fino a perdere l'autonomia e diventare dipendenti.
L'ipervigilanza delle persone ansiose le spinge a monitorare in modo ossessivo gli indici di malfunzionamento della relazione, conducendoli a interpretare le informazioni in modo che confermino le aspettative negative. Tale tendenza, rende gli ansiosi ancora più sensibili allo stress e preoccupati circa la stabilità della relazione. Inoltre, quando sono fortemente angosciati, mettono in atto strategie emotive disfunzionali quali: comportamenti dominanti o coercitivi, ostilità e altre condotte che mettono a rischio la relazione.
La ricerca di vicinanza, mai pienamente appagabile, può essere realizzata attraverso tentativi insistenti ed energici per avere sostegno e amore. Nella letteratura sull'attaccamento queste condotte vengono definite hyperactivating strategies e includono forte orientamento verso il partner, tentativi di stimolare il suo coinvolgimento, le sue cure e il suo sostegno attraverso risposte controllanti e coinvolgenti.
Queste strategie sono caratterizzate da eccessiva dipendenza nei confronti del partner come fonte di protezione e dalla percezione di se stesso come indifeso e incapace di regolazione emotiva.
Anche il comportamento sessuale può essere influenzato dall'ansia e dalle insicurezze relazionali.
In tali circostanze, la condotta sessuale è correlata al raggiungimento di funzioni tipiche dell'attaccamento: riduzione dello stress, aumento dell'autostima e in particolare rassicurazione circa l'amore e la disponibilità del partner.
In alcuni casi il sesso può essere usato per cercare di controllare lo stato emotivo dell'altro e di riavvicinarlo a sé, sostituendo gli stati emotivi negativi con sentimenti di accettazione e desiderio di vicinanza.
Dott. Cosimo Santi
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