Reiki: che cos’è, la storia, le caratteristiche e i benefici

Reiki è oggi una pratica molto diffusa in occidente, sempre più persone si accostano a questa semplice ma efficace disciplina giapponese. Questo approfondimento ha l’obiettivo di descrivere le caratteristiche di questa pratica terapeutica naturale per poterla comprendere più da vicino e nel dettaglio.

Ci siamo avvalsi, nella stesura di questo articolo, della preziosa consulenza tecnica di Federico Scotti, uno dei più importanti studiosi e divulgatori italiani di questa interessante disciplina.

Federico Scotti insegna e pratica Reiki a Milano presso il Centro My Reiki, ed è autore di tre libri su Reiki molto apprezzati: La Luce che cura (2017), Reiki. Il Ritmo dell’Universo (2019), #RiAllenati con Reiki (2020).

Che cos’è Reiki

Reiki è una terapia energetica di tipo spirituale creata nel 1922 dal maestro giapponese Mikao Usui (1865-1926). Il nome completo di questa disciplina è Shin Shin Kaizen Usui Reiki Ryoho, ovvero “Il metodo Reiki di Usui per il miglioramento della mente e del corpo”.

Obiettivo della pratica di questa disciplina è l’equilibrio del sistema mente-corpo attraverso l’esercizio della terapia energetica.

Questa disciplina si fonda sul concetto di energia Reiki, ossia l’energia armonica dell’universo che permea ogni cosa. Il praticante Reiki o reikika in giapponese, è in grado di entrare in profonda risonanza con questa energia per poterla utilizzare a scopo terapeutico.

La pratica del Reiki viene esercitata principalmente attraverso l’imposizione delle mani su varie parti del corpo del ricevente.

Storia di Reiki

Ideato nel 1922 da Mikao Usui, Reiki si diffonde in Giappone in un primo momento attraverso la scuola del suo fondatore, la Usui Reiki Ryoho Gakkai, e, successivamente, a partire dai primi anni ’30 del ‘900, anche attraverso altre scuole istituite dagli allievi di Usui.

In particolare, la scuola di Chujiro Hayashi (1880-1940), chiamata Hayashi Reiki Kenkyukai, ha un importante rilievo storico e tecnico per la successiva diffusione di Reiki in Occidente. Nata nel 1931 ad opera appunto del maestro Hayashi, un allievo diretto di Mikao Usui, nell’arco di pochi anni questa scuola raggiunge un notevole successo in Giappone e conterà nel 1938 ben 5.000 allievi.

Proprio nella scuola di Hayashi impara Reiki la signora Hawayo Takata (1900-1980), americana di origini giapponesi residente alle Hawaii, che nel 1938 viene nominata dal suo maestro responsabile della filiale americana della sua organizzazione.

Successivamente alla morte del maestro Hayashi nel 1940, la signora Takata abbandona la scuola Hayashi Reiki Kenkyukai durante la Seconda guerra mondiale, cominciando ad insegnare Reiki in Occidente in maniera autonoma.

In un primo periodo, fino a circa la meta degli anni ’50, la Takata si mantiene fedele agli insegnamenti del maestro ma, successivamente, comincia a contaminare la disciplina di Reiki attraverso tecniche e modalità terapeutiche provenienti da altre discipline.

Mediante il lavoro della signora Takata, Reiki ha un’enorme diffusione in Occidente, mentre in Giappone, dopo la Seconda guerra mondiale, risulta pressoché dimenticato dal momento che la scuola di Hayashi cessa di esistere e la scuola Usui Reiki Ryoho Gakkai sceglie di seguire una politica di grande chiusura e riservatezza, non divulgando all’esterno nessuno degli insegnamenti di Mikao Usui.

La forma però con cui rapidamente Reiki si diffonde in Occidente è sempre più contaminata e differente dall’originale disciplina giapponese, e, ben presto, in molti casi, ne perde quasi completamente le caratteristiche peculiari.

Bisognerà attendere il 1985 perché Reiki cominci a diffondersi nuovamente in Giappone, quando la giornalista americana Mieko Mitsui organizza alcuni workshop sul Reiki nella terra del Sol Levante, suscitando un grande interesse da parte dei giapponesi.

I giapponesi dunque rientrano in contatto con Reiki attraverso una delle sue forme modificate dall’Occidente, ma ben presto l’interesse per approfondire la disciplina porta alla nascita in Giappone di scuole che mirano a ricostruire e a insegnare Reiki nella sua forma più tradizionale e originale.

È il caso delle scuole di Reiki giapponesi nate negli anni ’90 come ad esempio la Gendai Reiki ho del maestro Hiroshi Doi o la Komyo Reiki Do del maestro Hyakuten Inamoto, oppure la Jikiden Reiki del maestro Tadao Yamaguchi: tutte queste scuole hanno l’obiettivo di ricercare e insegnare il Reiki in una forma molto vicina agli insegnamenti tradizionali giapponesi di prima della Seconda guerra mondiale.

I 3 pilastri della terapia Reiki

3 sono i pilastri su cui si regge la pratica del Reiki:

  1. Gassho
  2. Chiryo
  3. Reiji

Gassho

Letteralmente gassho significa “mani giunte”, ma all’interno della disciplina Reiki rappresenta una serie di tecniche di tipo meditativo che permettono al praticante di migliorare la propria risonanza con l’energia Reiki. Maggiore infatti è la risonanza con Reiki, maggiore sarà l’efficacia della terapia energetica.

Chiryo

Con il termine chiryo la disciplina Reiki intende il trattamento Reiki vero e proprio che consiste nell’esecuzione precisa e puntuale di una serie di kata (sequenze di posizioni) utili a massimizzare l’efficacia della pratica.

Reiji

Con reiji si intendono le tecniche e le pratiche di tipo intuitivo da sviluppare nel tempo da parte del praticante Reiki allo scopo di individuare gli squilibri energetici nel sistema mente-corpo del ricevente. Reiji è una pratica molto difficile per il principiante e deve essere allenata con grande costanza nel tempo.

I 5 principi del Reiki

Il maestro Mikao Usui ha lasciato ai praticanti Reiki 5 principi che ne rappresentano sia la sua eredità spirituale sia l’obiettivo della pratica della disciplina stessa.

Solo per oggi

Non ti arrabbiare

Non ti preoccupare

Con gratitudine

Svolgi il tuo lavoro con dedizione

Sii gentile con le persone

I 5 principi del Reiki rappresentano dunque l’armonia del sistema mente-corpo dell’individuo che pratica con costanza questa disciplina. Essi sono contemporaneamente sia il presupposto sia l’obiettivo della pratica Reiki quotidiana.

Reiki occidentale e Reiki tradizionale giapponese

Come abbiamo già accennato parlando della storia di Reiki, dopo la Seconda guerra mondiale e con la diffusione del Reiki in Occidente, si possono osservare due forme di Reiki insegnate nel mondo: il Reiki occidentale e il Reiki tradizionale giapponese.

Reiki occidentale

È la forma di Reiki iniziata in Occidente dalla signora Hawayo Takata alla fine degli anni ’50 e presenta una grande varietà di approcci e tecniche. All’interno della corrente di Reiki occidentale convivono elementi provenienti da discipline e culture molto eterogenee, come ad esempio l’induismo e il sistema dei chakra, non presenti nel Reiki originale. Caratteristica ricorrente all’interno del Reiki occidentale è l’enfasi portata sull’aspetto terapeutico della disciplina, perdendo un po’ di vista l’elemento di crescita personale e spirituale.

Reiki tradizionale giapponese

Il Reiki tradizionale giapponese che, come già detto, comincia a svilupparsi negli anni ’90 del ‘900, ha l’obiettivo di proporre una versione della disciplina Reiki molto vicina agli originali e tradizionali insegnamenti del maestro Usui e del maestro Hayashi. Nel Reiki tradizionale giapponese sono tendenzialmente presenti solo gli elementi propri della disciplina originale e se ne mantengono vivi contemporaneamente sia gli aspetti terapeutici sia gli aspetti di crescita personale e spirituale nella consapevolezza che il Reiki per il suo fondatore era da intendersi come un’equilibrata compresenza di questi due elementi.

Stili di Reiki

Dalla metà degli anni ’90 hanno cominciato a diffondersi in Occidente i così detti “stili Reiki” ossia metodi Reiki non direttamente riconducibili al fondatore della disciplina Mikao Usui. Al giorno d’oggi si contano più di 100 stili di Reiki nel mondo, molti dei quali hanno connotazioni spiccatamente religiose ma nulla hanno a che fare con la disciplina di Mikao Usui. Alcuni nomi degli stili di Reiki più famosi: Karuna Reiki, Reiki Tibetano, Reiki cristico, Reiki aurico, Reiki sciamanico, Reiki Tera Mai, Reiki stellare, Reiki angelico, Reiki tantrico.

I livelli di Reiki

Gli insegnamenti Reiki, sia per la corrente occidentale, sia per la corrente tradizionale giapponese sono generalmente strutturati su tre o quattro livelli di apprendimento. Durante il primo livello si apprendono le basi della disciplina e le tecniche fondamentali, nel secondo e terzo livello si apprendono tecniche più avanzate tra cui la possibilità di inviare l’energia a distanza. Il quarto livello solitamente è destinato a chi desidera imparare ad insegnare questa disciplina.

I benefici della terapia Reiki

La terapia Reiki presenta innumerevoli benefici per la persona, non solo sul piano psicologico e mentale ma anche sul piano fisico. Essendo infatti una terapia olistica, essa agisce contemporaneamente su tutti i livelli dell’essere umano, andando ad armonizzare nel suo complesso l’intera rete di relazioni fra la mente e il corpo. L’immediato effetto della terapia Reiki è un estremo e benefico rilassamento del corpo e della mente, seguito da un profondo senso di benessere e appagamento psico-fisico. La terapia Reiki è adatta a chiunque e non presenta nessuna controindicazione, chiunque può quindi sottoporsi con fiducia a un trattamento.

Reiki nelle strutture sanitarie

Data la sua estrema compatibilità con le terapie mediche ufficiali, Reiki negli ultimi anni si è diffuso largamente anche nelle strutture sanitarie come terapia complementare, soprattutto nell’ambito della terapia del dolore o nei reparti di oncologia. In Italia sono ancora poche le strutture sanitarie che accolgono Reiki, ma in area anglosassone sono già molti anni che questa terapia è presente.

Critiche a Reiki

Le critiche che sono fatte a questa disciplina il più delle volte provengono da chi si è accostato ad una versione troppo modificata di Reiki dove sono presenti elementi poco coerenti e credibili da poter essere presi in considerazione seriamente. Alcune frange molto estreme della Chiesa cattolica criticano Reiki pensando che si tratti di una nuova religione, non comprendendo invece che la natura laica di questa disciplina è stata una delle ragioni del suo successo.