Nonostante i mille e mille appelli internazionali, nonostante leggi, regolamenti internazionali, nonostante gli occhi del mondo puntati addosso, la deforestazione della foresta amazzonica non è solo un problema attuale e persistente, ma è anche un problema che diventa via via più importante, anche in base agli ultimi dati, che parlano ad esempio di un incremento del 290% dei km quadrati rasi al suolo nella foresta amazzonica (ben 402) nel mese di settembre 2014, rapportandolo con lo stesso mese del 2013, dopo che per sette anni consecutivi – fino al 2012 – la pratica della deforestazione sembrava regredire.
La rapida distruzione delle foreste in tutto il mondo è una delle cause principali della riduzione della capacità di assorbire CO2 da parte del pianeta, che si trasforma a sua volta in una delle principali cause del global warming: secondo la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), infatti, più o meno il 20 per cento dei gas serra annualmente rilasciati nell’atmosfera sono causati dalla deforestazione.
Simbolo della lotta mondiale al disboscamento e alla pratica del “taglia e brucia” (così definita la pratica di tagliare gli alberi e dar fuoco a ciò che resta; questa pratica assolutamente criminale non fa altro che peggiorare la situazione, accelerando i fenomeni di erosione del terreno) è proprio il “polmone del Mondo”, la Foresta Amazzonica, che si estende fra Brasile, Colombia, Perù, Ecuador, Bolivia, Guyana, Guyana Francese, Venezuela e Suriname (con circa il 65% della sua estensione in Brasile).
Oltre a peggiorare il fenomeno del riscaldamento globale, la progressiva riduzione della Foresta Amazzonica mette a rischio estinzione numerose specie animali e vegetali; ecco qualche numero sul polmone verde del mondo che dovrebbe farci riflettere: è un ecosistema che vanta 40.000 specie di piante differenti, 1.294 tipi di uccelli e 427 tipologie di mammiferi, nonché 378 tipi di rettili, 427 specie anfibie e oltre 3.000 specie di pesci.
A minacciare ulteriormente uccelli, mammiferi e, in generale, gli animali di questa parte di mondo, esiste anche un commercio di specie esotiche richieste in tutto il mondo.
È fuori dubbio che la prosecuzione a questi ritmi della deforestazione (si calcola che da 50 anni a questa parte sia sparito il 20% della foresta amazzonica) creerà notevoli problemi di adattamento a tutte le specie endemiche, e in attesa di nuove regole provenienti dai Governi di tutto il mondo il nostro dovere è quello di fare ciò che possiamo per salvaguardare animali e piante che rischiano l’estinzione.
Cosa possiamo fare per limitare l’impatto della deforestazione della Foresta Amazzonica?
Proprio per perseguire questo scopo è stato lanciato il programma adozioni WWF, che permette ad esempio di adottare un tucano, ma anche un giaguaro o un pappagallo, animali simbolo della Foresta Amazzonica che stanno scomparendo.
Oltre che dalla deforestazione, queste specie sono minacciate dall’uomo: il giaguaro infatti è spesso cacciato dai bracconieri a causa del suo manto, mentre sia il tucano che il pappagallo affascinano per i loro colori e vengono quindi spesso venduti come animali da gabbia.
Con un contributo minimo quindi sarà possibile aiutare uno di questi splendidi animali, o scegliere di “adottarli” tutti e tre, divenendo una vera fonte di salvezza per queste specie che rischiano di sparire per sempre dalla faccia della terra.
Sarà con il vostro aiuto che, ad esempio, verranno realizzati i corridoi ecologici che aiuteranno il giaguaro a muoversi in tutta sicurezza nella foresta Amazzonica e a sopravvivere, e sarà sempre per merito del vostro impegno se il WWF potrà garantire la formazione di vere e proprie squadre antibracconaggio che tutelino il tucano e il pappagallo contro il commercio illegale di uccelli da gabbia.