La Posidonia Oceanica è una pianta di origine acquatica molto diffusa nel Mar Mediterraneo. Con la sua particolare conformazione crea una vera e propria barriera sottomarina in grado di proteggere le coste dall’erosione. È composta infatti da delle radici, da un fusto e da particolari foglie: quest’ ultime si sviluppano come nastri che possono raggiungere anche il metro di lunghezza.
Il periodo della sua fioritura è solitamente in primavera ed in autunno; non produce però dei fiori, bensì dei frutti galleggianti dalla forma rotonda. La Posidonia Oceanica tende ad estendersi molto facilmente, i biologi marini chiamano spesso “prateria” il luogo in cui essa si sviluppa.
All’interno di quell’ecosistema vivono anche molti organismi vegetali e animali; questo tipo di coesistenza fa sì che la presenza della Posidonia rappresenti un indice di grande pulizia e qualità delle acque. Purtroppo negli ultimi anni, l’intervento dell’uomo in luoghi costieri dediti al turismo, sta modificando l’espandersi di questa pianta importantissima per l’ecosistema marino.
È infatti risaputo che la sua presenza sia portatrice di numerosi benefici ai mari in cui è ospitata ma, scarichi inquinanti provenienti da barche, alberghi o anche l’ancoraggio di yacht, non fanno altro che ostacolare le sue importantissime proprietà. Accurati studi hanno documentato un notevole declino di questa preziosissima pianta: si parla di una perdita di quasi il 5% annuo nell’area del Mar Mediterraneo. Questi numeri dovrebbero far preoccupare molto gli addetti del settore turistico… perchè la scomparsa della Posidonia metterebbe a repentaglio la bellezza di alcuni meravigliosi luoghi di villeggiatura.
Le perdite sopra citate sono infatti pressoché irreversibili. Sapete quanto tempo impiega una pianta a crescere? Essa, nelle migliori condizioni possibili, cresce di circa 2 cm all’anno e, ultimamente, la bassa produzione di sementi fa sì che una prateria possa impiegare secoli prima di svilupparsi ed adempiere al proprio lavoro.
Immaginare gli esiti tragici dell’eventuale perdita della Posidonia Oceanica è un fatto molto concreto. Le praterie sono in grado di catturare CO2 dall’atmosfera e trasformare l’acidità dell’acqua; se scomparissero si aggraverebbe ancora di più il problema del surriscaldamento globale creando gravi danni al sistema climatico. La funzione di questa pianta endemica del Mar Mediterraneo è infatti paragonabile al ruolo svolto dalle foreste tropicali in varie zone del pianeta: regolano l’equilibrio ecologico delle acque ed ospitano un habitat, composto da larve e pesci, che altrimenti non potrebbe sopravvivere.
La Posidonia Oceanica ha inoltre una grande importanza relativamente agli ecosistemi costieri, alla modellazione delle spiagge e delle dune. Sono proprio le sue foglie che spesso si arenano sul bagno asciuga ad evitare l’erosione delle coste; esse infatti limitano l’energia delle onde che altrimenti andrebbe a consumare metri e metri di spiaggia. Le “banquettes” ovvero gli agglomerati di foglie morte provenienti dal mare, non sono dunque da classificare come sporcizia, bensì come una forma di protezione verso il territorio. Esse sono fondamentali soprattutto in inverno, quando le frequenti mareggiate si manifestano in tutta loro potenza. La Posidonia Oceanica con le sue estese praterie, costituisce la “comunità Climax” del Mediterraneo; ciò vuol dire che essa rappresenta al meglio la complessità e lo sviluppo di un ottimo ecosistema.
Vediamo ora quali sono i benefici derivanti da questo sistema così articolato. Innanzitutto lo sviluppo delle foglie libera nell’ambiente una grande quantità di ossigeno; la biomassa prodotta viene esportata negli ecosistemi limitrofi contribuendo alla loro proliferazione; è la “casa” di molte specie marine come gasteropodi, pesci e tunicati; con la sua conformazione smorza notevolmente le onde provenienti dal mare aperto e consolida contemporaneamente il terreno in cui si trova.
Nonostante sia una pianta molto molto importante nell’equilibrio del nostro pianeta l’uomo continua ad esercitare comportamenti tesi alla sua rovina. Le cause del suo lento deterioramento sono da individuarsi infatti nella pesca a strascico, nella nautica da diporto e nella costruzione di dighe. Senza contare i numerosi agenti inquinanti provenienti dallo smaltimento dei residui di alberghi, stabilimenti balneari, ristoranti e bar spesso costruiti in zone limite.
Un aspetto invece molto interessante e che l’uomo ha saputo cogliere è il riutilizzo delle foglie morte: sono infatti spesso usate nell’alimentazione del bestiame. Recenti studi stanno prendendo in considerazione anche la possibilità di trattare i residui della Posidonia Oceanica, per introdurli nella concimazione in serre e per la produzione di biogas.
Infine, vi sveliamo una piccola curiosità indice di come, questa importantissima pianta, se preservata da agenti esterni possa svilupparsi e crescere in modo prolifico: nell’arcipelago delle Baleari nell’anno 2006 fu scoperta una Posidonia lunga circa 8 km. L’età stimata dai biologi fece risalire la pianta a circa 100.000 anni fa. Non è difficile quindi pensare, che sia uno degli organismi più longevi del nostro pianeta!