Nuova vita per il caffè in capsula, di sempre più larga diffusione in Italia: debutta a Firenze un network di produttori, consumatori e rivenditori con un occhio all’ambiente e al consumo etico. Da un lato, sulle capsule viene indicato una sorta di ”identikit” del caffè, per far sapere al consumatore cosa sta per degustare; dall’altro, l’azienda vincola gli iscritti a restituire le capsule esauste per poter continuare a stare nella rete. Per la prima volta in Italia, inoltre, un corriere espresso verrà al domicilio degli iscritti prelevando le parti in plastica, da destinare al riciclaggio.
Si tratta di “Espressiv”, il network made in Tuscany presentato a Firenze: a circa 300 invitati sono state mostrate le innovazioni del progetto, a partire dalla formula di riciclo della plastica che è un case history a livello globale: insieme alle capsule nuove, verrà ricapitata a ogni cliente una busta codificata con un codice a barre che il corriere ritirerà – piena di capsule usate – alla consegna successiva. Da una serie di controlli si potrà verificare l’effettivo “riciclo” compiuto dagli iscritti: a quelli che non avranno riconsegnato almeno il 90% delle capsule, non verranno effettuate nuove consegne. Inoltre, su ogni capsula viene indicato il quantitativo esatto di caffeina presente in ogni unità.
“Ero stufo di vedere persone diventare allergiche al caffè dopo averne bevuto diverse tazzine in capsula – spiega Andrea Marcucci, titolare di Espressiv e ideatore del concept insieme a Roberta Banchelli – e volevo fare qualcosa di diverso rispetto alle dinamiche della produzione industriale, che spesso abitua i palati a sapori standardizzati. Il mio obiettivo è far riscoprire al consumatore il gusto vero del caffè, senza modifiche alla composizione della materia prima: in fondo, non si può pretendere che dalla chimica venga fuori tutto”.
La necessità di creare un network di questo tipo è emersa dopo il caso di Comuni “virtuosi” sul fronte del riciclo (come Capannori, nel lucchese) dove le capsule non possono essere smaltite né come materiale plastico né come organico, perché questi si trovano uniti insieme. La plastica, pur essendo biodegradabile, non rientra infatti nei 180 giorni previsti per poter considerare organico il rifiuto. Per questo, Espressiv ha deciso di costituire una rete ponendo una condizione essenziale: per continuare ad essere forniti di caffè, le capsule esauste dovranno essere restituite.
Dall’etica all’estetica, inoltre: nell’occasione Espressiv presenterà un progetto legato all’arte: l’idea è quella di personalizzare le confezioni delle capsule con opere d’arte appositamente commissionate ad artisti di fama internazionale, nonché con una mostra annuale dedicata al tema dell’eticità attraverso il mondo del arte.
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