Giornata mondiale della terra: che cosa significa per noi?

La giornata mondiale della Terra è nata il 22 aprile 1970 per sottolineare l’importanza nel preservare le esigenze di clima e ambiente. Sono passati più di 50 anni e quanto abbiamo fatto a sostegno della Terra? Poco, per non dire nulla.

Purtroppo, le nazioni del globo continuano a fare promesse in termini di riduzione dell’inquinamento che poi non vengono mantenute. Una serie infinita di “Bla, bla, bla” come ha detto giustamente la giovane attivista Greta Thunberg che si risolve con delle risposte totalmente inefficaci.

Per fortuna, la giornata mondiale della Terra non passa inosservata per tutti: Penny Market festeggia l’Earth Day con una serie di iniziative volte a migliorare il consumo di cibi e il loro impatto ambientale. La GDO si muove attivamente per ridurre il packaging vendendo cibo sfuso e promuovendo l’utilizzo di borse in tela al posto di quelle in plastica. Sottolinea la necessità di puntare il focus sul riciclo e spinge i propri consumatori a scegliere cibi biologici a chilometro zero.

Giornata mondiale della Terra: a che punto siamo?

Gli ultimi anni trascorsi dovevano essere quelli dedicati alla giornata mondiale della Terra, definiti “della svolta” ma poi è subentrato il problema della pandemia da Covid-19. Quando il mondo stava rientrando in una fase di endemia ecco che prontamente scoppia il conflitto europeo tra Russia e Ucraina.

Una catena di eventi che ha allungato i tempi di attenzione rivolti all’ambiente. Solo che il clima non si ferma ad aspettare la risoluzione delle nostre beghe e si scatena in una serie di situazioni atmosferiche allarmanti e preoccupanti. Dal scioglimento continuo dei ghiacciai, alle furiose tempeste, al caldo soffocante, ai tifoni che distruggono interi villaggi, solo per citarne alcuni. Ogni giorno la Terra ci mostra la sua sofferenza mentre la società finge di non vedere.

Riprendendo la domanda del titolo: “A che punto siamo?” Rispondiamo unanimi che “Siamo in un punto di non ritorno”, in un momento in cui non possiamo più far finta che la situazione climatica non sia una reale esigenza e un problema. Dobbiamo ascoltare le voci dei giovani attivisti, i quali sono più consapevoli e impegnati rispetto ai “grandi”.

Penny Market a favore dell’Earth Day

La catena di negozi Penny Market sensibilizza la propria clientela nei confronti dell’ambiente e stimola la responsabilità di ognuno attraverso i gesti quotidiani. Per questo motivo ha pensato di realizzare delle borse in tela che vadano a sostituire quelle più inquinanti in plastica.

Secondo gli ultimi calcoli, si è stimato un consumo di quasi 200 sacchetti di plastica pro capite all’anno. Un’esagerazione alla quale dobbiamo porvi rimedio. Il termine di vita dei sacchetti è quello di riversarsi nelle nostre spiagge, nei mari o di disperdersi nell’ambiente. Un comportamento inaccettabile e irresponsabile.

Un altro fronte di lotta da parte di Penny Market è quello di limitare l’uso di involucri nelle confezioni. Altra plastica che va a sommarsi a quella già citata dei sacchetti di plastica. Purtroppo, è consuetudine comune quella di richiudere i prodotti all’interno di incartamenti così da garantirne la sicurezza alimentare. Il gesto, di per sé, non è sbagliato ma tale atteggiamento si ripercuote in modo negativo nell’ambiente.

La soluzione arriva da un maggior consumo di cibo fresco, a chilometro zero, il quale riduce drasticamente il consumo di confezioni. In quest’ottica Penny Market ha riservato un reparto specifico di prodotti bio sfusi al fine di sensibilizzare l’acquisto e invitare le persone a utilizzare meno plastica.

L’ultimo aspetto messo in evidenza dalla catena di negozi è quello di fare la raccolta differenziata così da poter rimettere in circolo i prodotti già utilizzati. In tutta Italia esiste un servizio capillare di raccolta differenziata ed è un peccato non farne parte. Il riciclo è uno dei mezzi più efficaci per combattere l’inquinamento e fermare la dispersione inutile di prodotti nell’ambiente.

Eppure, molte persone non compiono questi semplici gesti di attenzione nei confronti dell’ambiente. Alla loro inconsapevolezza si accoda un intervento pressoché inesistente degli organi statali andando a colmare il divario tra ciò che andrebbe fatto per proteggere l’ambiente e quello che realmente viene fatto. Un atteggiamento che, giunti a questo punto, non possiamo più tollerare.

Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la giornata mondiale della Terra fu istituita negli anni Settanta e nel 2022 siamo ancora qui a parlare sull’importanza di agire. Al “Bla, bla, bla” si va ad aggiungere il “Tic, toc, tic, toc” del tempo a nostra disposizione che sta inesorabilmente scivolando così come la salute del nostro pianeta.